Annone Brianza, cavalcavia già chiuso due volte: "Scaricabarile tra Anas e Provincia"

Rimpallo burocratico lungo dieci anni dopo le prime lesioni ai pilastri

Un'immagine del disastro

Un'immagine del disastro

Annone Brianza (Lecco), 29 ottobre 2016 - Era già stato chiuso per nove mesi nel 2006 e poi altri due nel 2009 quel cavalcavia alto nemmeno quattro metri e mezzo perché tre autisti con i loro camion erano rimasti incastrati tra la Superstrada e il viadotto danneggiano il ponte e i pilastri di sostegno. «Mi hanno detto che per sistemarlo sarebbero stati necessari 100mila euro, per costruirlo ex novo almeno un milione», ricorda l’ex sindaco di Annone Brianza Carlo Colombo. Era stato poi scelto semplicemente di sistemarlo, sia per spendere meno, sia per non paralizzare la circolazione stradale. L’infrastruttura è stata realizzata tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta. Era stata commissionata dagli amministratori e dai funzionari della Provincia di Como, perché quella di Lecco non esisteva ancora. La manutenzione del sovrappasso sarebbe stata di competenza dei tecnici di Anas, mentre quella dell’asfalto dell’amministrazione provinciale, perché lì sopra ci passa la Sp 49. E proprio nel continuo rimpallo tra i diversi compiti e le diverse responsabilità tra enti si è consumata la tragedia. Lo ammette anche Flavio Polano, presidente della Provincia di Lecco: «Questo gioco allo scaricabarile delle competenze tra Anas e Provincia non mi piace, specialmente in questo momento in cui si è verificata una disgrazia. Ci sarà tempo e modo di comprendere le cause e i motivi di quello che è avvenuto e di accertare le responsabilità e le eventuali colpe di quanto è successo. Da parte mia non credo che si possa imputare alla Provincia, è Anas l’ente proprietario dell’infrastruttura e ad Anas compete la manutenzione, al di là delle telefonate che sono intercorse tra i vari addetti». «Non ci hanno ascoltato, la Provincia doveva subito chiudere il cavalcavia», ribadisce però Tindaro Sauta, il cantoniere intervenuto in seguito al crollo dei primi calcinacci e che ha lanciato l’allarme sollecitando la chiusura del ponte. Sulla vicenda è stato aperto un fascicolo d’inchiesta, spetterà ai magistrati chiarire. Se ne stanno occupando il procuratore capo Antonio Chiappani insieme al sostituto Nicola Preterori. Le ipotesi di reato sono quelle di omicidio colposo e disastro colposo.