DANIELE DE SALVO
Cronaca

Pasturo, il racconto di un allevatore: “Un lupo ha attaccato la nostra cavalla incinta. Un colpo al cuore, è una di famiglia'”

Allarme in Valsassina, l’esemplare di 23 anni ha riportato gravi ferite a una zampa. Attesa per i riscontri: sopralluoghi chiariranno se si sia trattato di un attacco di lupi o di altri animali

Un cavallo (foto d'archivio Cusa)

Un cavallo (foto d'archivio Cusa)

Pasturo (Lecco), 22 maggio 2025 – Attenti al lupo in Valsassina. Secondo un allevatore, un lupo o un branco di lupi avrebbe attaccato una cavalla gravida. Mancano riscontri che si tratti veramente di un attacco di lupo e non magari di cani, in attesa dell'esito degli esami e dei sopralluoghi. “Il danno è enorme, ma non è solo economico, è un colpo al cuore – sono le parole del proprietario della cavalla, che è cresciuto con quell’animale -. Ci si affeziona agli animali. Li curiamo, li accudiamo, li aiutiamo a partorire, ci passiamo accanto giorni interi. Non sono semplicemente bestiame: fanno parte della nostra vita. Lei è parte della nostra famiglia”.

La ferita alla gamba della cavalla
La ferita alla gamba della cavalla

L'attacco

La cavalla, che ha 23 anni, è stata ferita in maniera grave ad una zampa, con asportazione di intere fasce muscolari. Le cure hanno già richiesto ingenti spese in terapie veterinarie, ma il proprietario non intende sopprimerla nella speranza che possa ancora dare alla luce il puledro. Una scelta dettata non solo dalla volontà di salvare l’animale, ma appunto anche dal legame profondo costruito negli anni. Il valore affettivo in questo caso supera di gran lunga quello economico. A raccontare il presunto attacco di lupo, sono i rappresentanti di Cia Lombardia, la Confederazione italiana agricoltori: “L’episodio, che ha scosso la comunità locale, ha coinvolto una cavalla gravida di 23 anni, aggredita nel recinto dove vivono diversi cavalli dell’allevamento. Il fatto è avvenuto in una zona isolata, ma a soli 200 metri dall’abitazione del proprietario, che si è accorto dell'accaduto intorno a mezzogiorno”. La cavalla, anziana e in stato avanzato di gravidanza, era rimasta indietro rispetto agli altri animali che, come spesso accade nei gruppi, si sono compattati per proteggersi. Lei invece, più fragile, è stata attaccata. Nonostante le ferite gravi, non è stata uccisa, forse anche grazie all’intervento degli altri cavalli. Tuttavia, le conseguenze sono state pesanti.

La vicepresidente di Cia Lombardia.

“Il lupo non è più una specie in via d’estinzione – spiega Lorena Miele, biologa e vicepresidente di Cia Lombardia -. Al contrario, è in espansione esponenziale e sta diventando una specie problematica. Non possiamo più restare a guardare. È necessario un intervento serio di contenimento. Quando una specie cresce troppo, crea squilibri e danni. E non parliamo più solo di predazioni di animali: c’è un rischio crescente anche per le persone. Gli archivi storici sono pieni di casi di aggressioni mortali da parte dei lupi. Non possiamo aspettare che succeda di nuovo. L’agricoltura di montagna non può reggere a lungo in queste condizioni. Se non si interviene, rischiamo l’abbandono dei pascoli, la perdita del paesaggio montano e di interi ecosistemi. Le praterie di alta quota sono fondamentali per la biodiversità, ma se gli animali non possono più pascolare, le perderemo. Il danno economico e sociale è enorme: aziende costrette a chiudere, persone che restano senza lavoro, territori che si spopolano. I risarcimenti non bastano: non compensano la perdita del ciclo produttivo, del tempo, della serenità.” G ià in passato in realtà presunti attacchi attribuiti ai lupi, in realtà sono stati perpetrati a cani.