
Un cartello scritto in ebraico 'israeliani e sionisti non sono i benvenuti qui' è stato messo sulla porta di un negozio nel pieno centro di Milano
Milano, 22 maggio 2025 – ‘Israeliani sionisti non sono i benvenuti qui’. È la scritta, in ebraico, apparsa ieri sulla vetrina di un negozio nel pieno centro di Milano. Oggi il cartello è scomparso, ne resta solo uno con scritto 'stop war', tra due razzi con le bandiere israeliana e palestinese. Le immagini della vetrina del negozio sono però circolate sui social, facendo montare la polemica nella comunità ebraica.
La denuncia in un post
A denunciare il fatto, ieri, in un post con tanto di foto della merceria in questione, è stato Roberto Della Rocca membro della Camera di commercio israelo-italiana. "Finchè c'è la scritta ‘stop the war’ con un razzo con la bandiera israeliana e un razzo in direzione opposta con la bandiera palestinese, ci sta, potrei metterlo anche io” ha scritto. Ma il cartello in ebraico “per non dare nell'occhio” va oltre, dovuto a “mala fede, spesso di matrice antisemita”, o “acefalite”.
Condanna bipartisan
“Se la negoziante di Milano che espone un cartello (in ebraico) per cacciare gli ebrei dal suo negozio o gli attentatori di Washington che hanno ucciso due persone, pensano che il vario (ma certo) grado di immoralità e di illegalità dei loro gesti venga meno a causa di quello che sta accadendo a Gaza, si sbagliano di grosso. Sempre di antisemitismo si tratta”, ha scritto su X il senatore Ivan Scalfarotto, responsabile esteri di Italia viva. Per il deputato di Fratelli d'Italia Riccardo De Corato, che esprime solidarietà al popolo di Israele e alla Comunità Ebraica “Milano, negli ultimi anni è diventata la città più antisemita dâ’Italia e chiedo che le istituzioni cittadine, a cominciare dal sindaco Sala, condannino fermamente questo grave gesto”. “Esporre quel cartello è profondamente sbagliato. - ha commentato il verde Carlo Monguzzi - Ho partecipato a tutte le 70 manifestazioni per la pace e la libertà in Palestina e sono convinto che Netaniahu sia un criminale che deve cadere al più presto ma non confondiamo Netaniahu col popolo ebreo, dobbiamo convincere i cittadini di Israele e non isolarli. Quel cartello evoca orrori del passato che mettono i brividi al solo pensarli e che dobbiamo seppellire definitivamente”.
“La situazione è andata fuori controllo e la società e le istituzioni devono dare una risposta. - ha dichiarato il consigliere comunale di Azione Daniele Nahum - Serve una grande mobilitazione nazionale contro l'antisemitismo. L'attentato terroristico avvenuto negli Stati Uniti al grido di 'Palestina libera' potrebbe benissimo replicarsi anche in Italia: questo clima di tensione, che ha ormai sdoganato l'utilizzo di termini che fomentano l'odio antiebraico, porta poi ad appendere in un negozio di Milano un cartello con scritto 'vietato l'ingresso agli israeliani e ai sionisti”. L'appello alla mobilitazione di Nahum è stato raccolto da Deborah Giovanati, consigliera comunale di Forza Italia: “Condivido la necessità di una grande mobilitazione nazionale contro l’antisemitismo. La memoria non è solo un dovere nei confronti del passato, ma una responsabilità attuale e collettiva. Come rappresentanti istituzionali di Milano, città della Resistenza e della Memoria, non possiamo restare in silenzio. Dobbiamo parlare, condannare ogni forma di antisemitismo e agire con fermezza”.
La versione dei titolari
Sulla vicenda è arrivata la versione dei titolari del negozio: “Non siamo razzisti né antisemiti. Siamo per la pace non solo a Gaza, ma anche in Ucraina e ovunque ci siano guerre nel mondo. Come dice il Papa”. “Mi dispiace per chi si è offeso”, ma “è stata data un'interpretazione sbagliata di quello che intendevamo”, hanno spiegato, confermando però che la traduzione è quella corretta. La scelta di usare l' ebraico è stata fatta '”perché arriva direttamente agli interessati, che sono quelli che stanno massacrando tanti civili”. E hanno ripetuto di essere “molto arrabbiati'” e '”dispiaciuti per quello che sta succedendo a Gaza, per i civili, condanniamo Hamas al 100%, ma è stata data una interpretazione sbagliatissima'” alla scritta. Se oggi, dopo le polemiche esplose sui social, hanno deciso di toglierla – spiegano - “è per quieto vivere”.