Elezioni regionali in Lombardia, i risultati a Milano: ecco i nomi degli eletti

In provincia Fontana vince di poco al 44,8% dei voti, con Majorino al 42%. In controtendenza rispetto al resto della regione, a Milano città vince il candidato del centrosinistra

È arrivata la riconferma. Attilio Fontana è di nuovo presidente della Regione Lombardia dopo aver conquistato il 54,7% dei voti. Nettamente staccati  Pierfrancesco Majorino (centrosinistra e M5s) al 33,9%, Letizia Moratti (Terzo Polo) al 9,9% e Mara Ghidorzi (Unione Popolare) ferma all'1,5%. La provincia di Milano, tra tutte, è quella in cui il centrodestra di Fontana è andato peggio, toccando appena il 44,9% dei voti, a poca distanza dal centrosinista di Majorino al 42%. Per Moratti 11,4% e per Ghidorzi 1,7%.

Fontana ha migliorato il risultato del 2018, quando aveva vinto con il 49,7%, davanti a Giorgio Gori (centrosinistra) 29,1% e Dario Violi (M5s) 17,4%. Crolla l’affluenza alle urne rispetto al 2018, che si è attestata al 41,1%: il minimo storico. Dato per assodato il trionfo del centrodestra, la partita adesso si gioca sui nuovi equilibri della coalizione.

Tutta l'attenzione era concentrata sulla sfida tra Fratelli d’Italia e Lega per il primato. Il partito di Giorgia Meloni ha registrato un boom rispetto alle scorse regionali (dal 3,6% a circa il 26%) e cercherà di ottenere 8 dei 16 seggi della Giunta regionale.  La Lega ha tenuto attestandosi sul 17% e arretrando rispetto al 29,6% di 5 anni fa ma guadagnando qualcosa rispetto 13,3% delle politiche. Un risultato che, probabilmente, va letto anche assieme all'exploit della Lista Fontana, passata dall'1,5% del 2018 a circa il 6%. Forza Italia racimola il 7,5%, perdendo il 6,8% sul 2018 e qualche decimale rispetto al 7,9% dello scorso settembre. 

Nel centrosinistra, la magra consolazione per il Partito democratico è salire al 21%, prendendo più voti sia rispetto alle politiche di settembre (19%) che alle regionali del 2018 (19,2%), mentre il Movimento 5 stelle arretra a circa il 4% (7,5% alle politiche 2022 e 17,8% alle regionali di cinque anni fa).  Il vero terremoto si registra nel Terzo Polo, dove si è subito dimesso il segretario regionale di Azione Niccolò Carretta. Azione-Italia viva, infatti, si ferma attorno al 4%, mentre appena cinque mesi fa alle politiche aveva raccolto il 10,3% (dati della Camera).

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Consiglieri eletti in provincia di Milano

Nella provincia di Milano sono stati eletti 24 degli 80 consiglieri regionali: 6 di Fratelli d'Italia (Christian Garavaglia, Marco Alparone, Franco Lucente, Vittorio Feltri, Chiara Valcepina, Matteo Forte), 2 della Lega (Silvia Scurati, Riccardo Pase), 1 di Forza Italia (Gianluca Comazzi), 1 di Lombardia Ideale - Fontana Presidente (Carmelo Ferraro), 1 di Noi Moderati (Vittorio Sgarbi), 6 del Partito democratico (Paolo Romano, Carlo Borghetti, Pietro Bussolati, Alfredo Negri, Maria Rozza, Paola Bocci), 2 del Movimento 5 Stelle (Nicola Di Marco, Paola Pizzighini), 1 di Alleanza Verdi e Sinistra (Onorio Rosati), 2 di Patto Civico - Majorino Presidente (Michela Palestra e Luca Paladini), 1 di Azione - Italia Viva (Lisa Noja), 1 della Lista Moratti Presidente (Manfredi Palmeri). 

Milano in controtendenza

I dati del comune di Milano vanno in forte controtendenza rispetto al resto della regione: nel capoluogo meneghino vince Majorino con il 46,8% davanti ad Attilio Fontana (37,7%), Letizia Moratti (13,8%) e Mara Ghidorzi (1,6%). In questo senso il Partito democratico è il primo partito con circa 28%, Fratelli d'Italia il secondo con il 20%. 

"L'ottimo risultato della città di Milano dove siamo saldamente in testa rispetto a Fontana, nonostante la presenza di Letizia Moratti, unitamente a quanto sta avvenenendo in altre città è la conferma della ricchezza rappresentata dalle nostre esperienze di governo. Una buona base da cui partire anche per avviare un'opposizione propositiva e combattiva nei confronti della giunta Fontana", ha commentato il candidato Pierfrancesco Majorino.

Attilio Fontana

Il presidente uscente della Regione Lombardia Attilio Fontana, ricandidato alla guida del Pirellone, ha seguito lo spoglio da via Bellerio, sede della Lega. “Grande soddisfazione. I lombardi mi hanno capito", ha detto commentando i dati che lo riconfermano governatore. Insieme a lui il leader della Lega Matteo Salvini, che su Instagram, dopo i primi exit poll, ha scritto: “Vittoria, grazie Lombardia. Grazie Lazio". Poi, i due hanno girato un video insieme. I due si sono poi scambiati un saluto coi palmi destri delle mani incrociate come fra giocatori di basket, e Salvini si è lasciato scappare : “Non come a Sanremo”. Fontana ha anche postato i ringraziamenti sul suo profilo Facebook: “Da domani nuovamente al lavoro”. Immediati e numerosi i commenti degli utenti che si sono complimentati con lui.

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Il governatore ha parlato di “una vittoria di squadra, portata avanti in maniera coesa, andando a toccare tutti i territori. Sono soddisfatto che i cittadini abbiano compreso la nostra capacità di affrontare momenti estremamente difficili e complicati”.  

Non è mancata una riflessione sull'astensionismo: “Un aspetto che deve indurre a qualche valutazione, che deve essere valutato con attenzioneFino ad oggi si è sempre parlato, ma si è fatto molto poco”. La soluzione? Cercare di coinvolgere di più i lombardi nel processo decisionale. “Da questa legislatura da mia parte mia ci sarà attenzione a perché questo si verifica – ha argomentato il presidente – e a coinvolgere di più i cittadini nelle scelte da fare”.

Respira comunque il Carroccio che tiene nonostante la netta affermazione di Fratelli d'Italia: “Mi fa molto piacere – ha detto Fontana parlando del suo partito, la Lega – è la dimostrazione che il radicamento sul territorio paga sempre”. Per fare la giunta bisognerà fare i conti con l'avanzata di Fratelli d’Italia, che ha già dato "per scontato" la vicepresidenza e insiste per la delega alla Sanità e per la presidenza del Consiglio regionale. "È evidente che gli equilibri cambieranno nel rispetto della coalizione - ha avvertito la ministra Daniela Santanchè - I risultati sono netti per chi è la forza trainante della coalizione, la nostra alleanza, il destra centro, convince sempre di più. Poi parleremo della giunta, vogliamo che sia competitiva e faremo la nostra parte". "Valuteremo a bocce ferme", ha cambiato discorso Fontana. 

Le liste d'attesa e gli interventi sulle ferrovie saranno le priorità del secondo mandato del presidente, che ha assicurato che nei primi cento giorni metterà in campo un grande piano infrastrutture coordinato con il governo. Due le opere prioritarie: il completamento dell'autostrada Pedemontana e l'autostrada Cremona-Mantova. Il punto d'arrivo, invece, saranno le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina del 2026.

Attilio Fontana festeggia la vittoria

 

Pierfrancesco Majorino

Per Pierfrancesco Majorino, candidato di Pd e Movimento 5 Stelle, la riconferma di Attilio Fontana è stata "una vittoria netta della destra". Poi l'annuncio di dimettersi da europarlamentare: "Dovremo fare un'opposizione che sia determinante in Lombardia. Ecco perché mi dimetterò da parlamentare europeo per restare in consiglio regionale". Majorino ha fatto sapere di aver "telefonato a Fontana complimentandomi con lui, come è giusto e doveroso fare". E ha commentato l'astensionismo: "Un dato importante preoccupante che credo tutto il mondo politico non deve rimuovere o trascurare, ma tutto ciò non deve suonare come un alibi perché siamo di fronte a un'affermazione della destra assolutamente netta". Il candidato ha parlato dal suo quartier generale, allestito presso l'Ostello bello Grande di Milano, ma ha seguito lo spoglio nella sua abitazione, in zona Porta Romana, con la moglie Caterina Sarfatti e la figlia Maddalena. Nel frattempo aveva twittato: "Grazie di cuore a chi ha scelto il cambiamento". Al Comitato, insieme a lui, numerosi esponenti del centrosinistra milanese: Silvia Roggiani, segretaria del Pd Milano Metropolitana, l'assessore comunale al welfare e salute Lamberto Bertole' e Pietro Bussolati, consigliere regionale uscente, ricandidato. "L'astensione angosciante preoccupa e obbliga tutti e tutte a una profonda riflessione", si sono limitati a dire. "Alle scorse regionali del 2018 - hanno aggiunto - il centrosinistra perse di 20 punti percentuali e sempre di 20 punti e' stato il distacco tra centrodestra e centrosinistra in Lombardia alle ultime elezioni nazionali", del 25 settembre. finiti". 

Pierfrancesco Majorino

Letizia Moratti

Letizia Moratti, candidata con una sua lista civica sostenuta dal Terzo polo, ha seguito lo spoglio dalla sua abitazione , in zona Duomo. Poi, verso le 17, è arrivata all'Hotel dei Cavalieri, a Milano, dove è stato allestito il suo comitato elettorale, per commentare i risultati. "Il voto si è polarizzato su partiti strutturati e trainati dal partito della Meloni. Nei prossimi giorni sarà importante vedere le diverse liste per capire il peso del voto civico. In democrazia si vince e si perde, ma si vince comunque se ci si mette in gioco. C'è spazio per ricostruire una proposta politica nuova". "Ho preso atto del forte astensionismo che è sicuramente un danno per la democrazia, è stata una campagna molto breve, quasi anestetizzata, senza confronti tra candidati e programmi e questo ha penalizzato la partecipazione". Sul governatore della Lombardia: "Ho preso anche atto della chiara vittoria del centrodestra e ho chiamato Fontana, senza trovarlo. Ho lasciato un messaggio per fargli le congratulazioni e gli auguri buon lavoro". Alle politiche dello scorso 25 settembre la lista di Azione-Italia Viva in Lombardia era arrivata al 10,15%, un risultato simile a quello attributo a Moratti dai primi exit poll. Moratti è sostenuta alle regionali dalla lista del Terzo Polo e dalla sua lista civica. Moratti ha poi spiegato: "Unire le forze con Majorino schiacciato sul M5s sarebbe stato tradire il nostro elettorato". Tornando indietro "prenderei la stessa decisione, la mia scelta è molto convinta. ho lasciato una posizone, non ho accettato incarichi di grande prestigio che mi sono stati offerti in modo convinto", ha aggiunto.

Letizia Moratti

Mara Ghidorzi

"Anche se non dovessimo entrare in Consiglio regionale per noi era importante esserci. Siamo nati da poco, dobbiamo radicarci sul territorio". Lo ha detto la candidata di Unione Popolare alla presidenza di Regione Lombardia, Mara Ghidorzi, accreditata dagli Instant Pool di una forbice tra l'1 e il 3%, che sta seguendo lo spoglio delle elezioni regionali a Palazzo Pirelli. "Siamo una piccola forza - ha aggiunto - e speriamo di riuscire a raggiungere il 3%: sarebbe un buon punto di partenza per costruire una forza a livello nazionale". Sulle prime rilevazioni, che danno Attilio Fontana riconfermato governatore con oltre 10% di vantaggio su Pierfrancesco Majorino, Ghidorzi ha sottolineato: "Sono dati che ci aspettavamo, se il centrosinistra gioca a fare la fotocopia del centrodestra poi i cittadini scelgono l'originale". Infine, i dati sull'affluenza "sono molto brutti, segnano la disaffezione dei cittadini per la politica. Bisogna fare tutti una riflessione". Poi, riguardo l'affluenza ha commentato: "Un dato molto brutto per la nostra democrazia e per la politica e dovrebbe far riflettere sulla distanza e sull'autoreferenzialità della poltica. Bisognerebbe essere più vicini alle esigenze della gente". 

Mara Ghidorzi

Il centrodestra da 30 anni al Pirellone

Il centrodestra ha sempre conquistato le elezioni regionali in Lombardia dal 1995 in poi, cioè da quando i cittadini votano direttamente il presidente della regione. Nei venticinque anni precedenti il presidente veniva nominato dal Consiglio regionale. Negli ultimi trent’anni è stato eletto presidente per quattro volte consecutive Roberto Formigoni, poi Roberto Maroni e Attilio Fontana: tutti esponenti del centrodestra. Nel 2018 il centrodestra ha ottenuto il 49,9 per cento, oltre 20 punti in più del centrosinistra. Nel 2013, Maroni vinse con il 42,8 per cento, con un vantaggio inferiore ai cinque punti rispetto all’avvocato Umberto Ambrosoli candidato con il centrosinistra. Alle elezioni del 2010 il centrodestra di Formigoni ottenne il 56,2 per cento, 23 punti in più del centrosinistra, nel 2005 il 53,9 per cento con 10 punti di vantaggio.Poi, nel 2000 il 62,4 per cento con 30 punti di vantaggio e nel 1995 il 41,1 per cento con 14 punti di vantaggio.