Che fortuna i residenti di San Siro...

Per tre mesi d’estate con le casse in casa: la loro protesta però non piace a Vasco Rossi

Una sera si dimena la testa a ritmo di metallo pesante, un’altra sera si segue l’onda della regina del pop internazionale. Un’altra ancora si canta a squarciagola con Vasco Rossi e, per non lasciare indietro nessuno, anche con Max Pezzali. Che fortuna i residenti in zona San Siro: concerti gratis per tutta l’estate, niente zanzare, niente code al bagno, niente caccia al parcheggio. La musica si ascolta dal salotto, dal bagno, i più fortunati pure dalla camera da letto. Dovrebbero quasi ringraziare e invece, gli ingrati, si lamentano. E il Blasco sbotta: “Eccoci qua. L’Italia è l’unico Paese al mondo – Milano più che altro – dove si pensa che gli spettacoli siano troppi. Quindi bisogna farne meno, perché altrimenti ci si diverte troppo”.

Ora, è vero che San Siro esiste da tipo cento anni e che quindi è altamente probabile che nessuno di quelli che vive lì e che annuncia ricorsi al Tar se lo sia visto costruire sotto il naso. Ma è anche vero che non si può liquidare come conservatrice la protesta di chi ogni estate subisce pesanti disagi acustici e logistici. Però ci sovviene un’altra riflessione: se diciamo no ai concerti (troppi) a San Siro ma anche no a stadi nuovi in aree più periferiche, cosa resta?