LAURA DE BENEDETTI
Editoriale e Commento

Chi è a fare grande Milano?

La metropoli non subirà l’aumento del trasporto pubblico. I pendolari, invece, sì, non solo autobus ma anche treni. Ma cosa sarebbe il capoluogo senza chi ci lavora quotidianamente?

Ci sono pendolari e pendolari. Ci sono i pendolari residenti nella Grande Milano che non subiranno l'adeguamento Istat dei biglietti perché il Comune coprirà la quota parte di circa 6 milioni di euro rispetto all'aumento totale da 11 milioni scattato per il bacino dell'Agenzia di Trasporto Pubblico Lombardo che comprende la Città metropolitana di Milano, Monza Brianza, Lodi e Pavia. E ci sono gli altri pendolari, quelli residenti appunto su un'ampia fascia della Lombardia, su cui pende la spada di Damocle dell'imminente rincaro: dovranno suddividere in quote i restanti 5 milioni.

Regione Lombardia se ne farà carico? Difficile, dato che ha previsto un aumento anche per il trasporto ferroviario del 4%, tramite Trenord. Certo, Milano nel non voler aumentare il prezzo dei biglietti degli autobus si gioca molta della propria reputazione: come giustificare, altrimenti, le varie zone B e C in cui è suddivisa la metropoli, e i divieti o la quota richiesta a chi vuole accedervi in automobile? Bloccare l'adeguamento dei biglietti degli autobus rientra nel macroprogetto di sostenere il Trasporto pubblico a danno di quello del privato, del singolo, come dimostra anche il limite di due ore nei parcheggi cittadini per garantire la rotazione, anche laddove si paga, che dovrebbe essere introdotto a breve. L'auspicio è che il progetto di snellire il traffico in città venga supportato anche con la creazione di piste ciclabili adeguate e sicure, come purtroppo ci ricorda la cronaca di questi giorni. Per i pendolari che provengono da fuori città, invece, solo divieti, multe e aumenti di tariffe, che si arrivi in treno o in bus. Ma chi è a fare grande Milano?