
Meno sei date alla fine del tour seguito al Gran galà “punkettone“ del 2024
Legnano – A volte bisognerebbe resistere al canto delle sirene. Perché devozione popolare ed esperienza dovrebbero essere il porto, non il naufragio, di una vita nobile. L’idea di ripartire in tour, allettati dal desiderio di concedersi un giro d’onore con congruo cachet, non ha reso giustizia a Giovanni Lindo Ferretti, Massimo Zamboni, Annarella Giudici e Danilo Fatur, costretti a rimodulare alcune date del cammino che stasera li porta al Castello di Legnano per l’unico show lombardo del loro Cccp - Ultima Chiamata. "Un concerto cerimonia perché per un commiato come si deve, vero e profondo, c’è bisogno di tempo – ha raccontato Ferretti –. Dovevamo chiudere l’anno scorso, poi siamo stati sopraffatti da questo risveglio inaspettato e dalla voglia di riproporre “Emilia paranoica“.
Ora siamo a meno 6. A Taormina, ultima data, saremo a 0, una sorta di cerchio che si chiude. Ma senza il pubblico l’ultima chiamata non ci sarebbe stata. I Cccp sono stati la nostra entrata nella vita adulta. Quando ci siamo riuniti non è stata una reunion, ma ci siamo accorti che le canzoni avevano amplificato i loro sensi, sono vive e ci chiedono di vivere".
La “Benemerita Soubrette”, l’“Artista del popolo”, la “Chitarra grattugiata” e l’“Urlato declamante” tornano, dunque, sulla strada con quella rappresentazione "per immagini, parole e musica" fermate pure nell’album dal vivo e nel video “Gran galà punkettone” realizzato al Teatro Valli di Reggio Emilia quando sembrava che non ci sarebbero state altre reviviscenze live della stagione di “Oh Battagliero” e “Radio Kabul”. "I concerti dell’anno scorso ci hanno fatto bene, ci hanno ridato energie – assicura l’“urlatore” Giovanni Lindo –. Quest’anno abbiamo deciso per “l’Ultima Chiamata“ perché è una cosa vera, profonda, e abbiamo bisogno di diluirla nel tempo, condividerla col pubblico. Siamo bestie da palcoscenico, ma senza pubblico non avrebbe senso".