MONICA GUERCI
Cultura e Spettacoli

I Carnevali storici della Lombardia: i più belli tra divertimento e tradizioni

I Balarì a Bagolino, i Mascarun di legno a Schignano, il “Gagèt col sò uchèt" a Crema, i carri più grandi a Cantù. Danze, cortei, dolci tipici e falò. Ecco le feste più folcloristiche della regione

Carnevale Bagosso (foto Pro Logo Bagolino)

Carnevale Bagosso (foto Pro Logo Bagolino)

Il Carnevale da sempre è la festa più divertente, trasgressiva, pazza dell'anno. Feste, scherzi, sfilate in maschera, carri allegorici, dolci tipici e tradizioni contadine si intrecciano con secoli di storia.

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Sfilano le maschere più conosciute come Meneghin con la moglie Cecca simbolo della città di Milano. Brighella e Arlecchino nel Bergamasco, e le maschere della tradizione come quelle di legno del Carnevale di Schignano che affonda le sue radici nel medioevo, e quelle che coprono i volti dei Balarì del Carnevale Bagosso (nella foto), antico di 500 anni. Ecco i carnevali storici più folcloristici, coinvolgenti della Lombardia che di generazione in generazione si tramandano nel tempo e valgono più di una sola visita.

Il Carnevale di Schignano (Como)

Il Mascarun e il Brut, la Ciocia e i Sapeur, la Sigurtà e il Carlisep solo i nomi dei personaggi protagonisti del Carnevale di Schignano, uno dei più antichi della Lombardia. In questo piccolo borgo della Valle d’Intelvi sul lago di Como la festa, di origini medievali, è caratterizzata da maschere lignee create secondo una tradizione che si tramanda da secoli. Ogni maschera è realizzata da scultori locali che preparavano le maschere per tutto il paese usando il ceppo di noce. Tre le sfilate, durante quella principale del martedì grasso va in scena l’eterna sfida di classe tra “ricchi” e “poveri”, interpretati da personaggi che indossano le maschere e gli abiti dei Bèi (belli) o Mascarun, l’“antico signorotto”, che indossa abiti variopinti ornati di nastri, fiori, piume, e merletti, con una grande pancia e dalle movenze eleganti e ritmate così da far squillare le quattro “bronze” (campanelle), e i Brut (i brutti) che invece indossano vesti sporche, stracciate e trasportano scope, valigie e ombrelli rotti. Il Carlisepp a Schignano, questo piccolo comune composto da circa novecento abitanti, inizia nella mezzanotte tra il 5 e il 6 gennaio con la grande festa della Vegèta (i ragazzi che nel 2024 compiranno i 18 anni). La musica della bandella Fughèta, i brindisi e gli schiamazzi coinvolgeranno l’intera valle. Domenica 4 febbraio, invece è la volta della “prima” sfilata, dedicata ai bambini, dove le maschere tradizionali si mischiano alle mascherine dei più piccoli. Sabato 10 febbraio il Carnevale di Schignano fa le prove generali: il corteo che solitamente scatta alle ore 14 dalla piazza principale di San Giovanni è un assaggio della grande festa del Martedì grasso (13 febbraio) con la grande sfilata finale che si conclude con il rogo notturno del Carlisepp, il fantoccio di Carnevale, catturato e portato sulla catasta di legna segna l’inizio della Quaresima. Il via al corteo alle 14 dal centro storico di Occagno, poi la sfilata per le vie del centro paese e delle frazioni.

Il Carnevale Canturino (Como)

Il Carnevale di Cantù si festeggia secondo il calendario Ambrosiano (come a Milano i festeggiamenti terminano il primo sabato di Quaresima invece del martedì grasso) ed è tra i più sfarzosi della regione. Le sue origini risalgono agli inizi del Novecento, dopo una battuta d'arresto nel periodo bellico le sue celebrazioni sono riprese negli Anni '60.Il Carnevale di Cantù, giunto alla 98a edizione vede coinvolti ogni anno abili artigiani nella costruzione dei carri allegorici, pronti a sfilare in questa cittadina in provincia di Como. Gli enormi carri, si ispirano a temi della tradizione locale e sono noti per essere i più grandi della Lombardia, occorrono molti giorni e ore di lavoro per realizzarli, il tutto avviene in gran segreto fino al giorno della sfilata. La maschera simbolo del carnevale è Truciolo, un falegname garzone maldestro e distratto ma anche dall’ animo nobile. Tre le sfilate: la prima il 4 febbraio, la seconda l’11 febbraio e la gran sfilata finale il 17 febbraio.

Il Carnevale di Crema

La tradizione del Carnevale di Crema risale al XV secolo, quando la città era sotto il domino della Serenissima. Il gran Carnevale Cremasco, con carri di enormi dimensioni, folclore, artisti di strada e gruppi mascherati, è tra le maggiori manifestazioni carnevalesche della Lombardia. Al centro delle manifestazioni l’imponente sfilata di carri allegorici aperta ritualmente dal “Gagèt col sò uchèt" (il contadino con la sua oca), personaggio diventato dal 1955 il simbolo del carnevale cremasco e la sua maschera tradizionale. Tante le iniziative, il 4 febbraio è la prima giornata con la sfilata dei carri allegorici, si replica l’11 febbraio, poi il gran finale e la premiazioni del carro dell’anno il 18 febbraio. In piazza Duomo vengono, inoltre, allestiti i mercatini dei sapori locali e dei prodotti artigianali, con la possibilità di prendere parte a visite guidate e percorsi gastronomici. Da provare le Fréciule, frittelle semplici o i Chisulì, qui all’impasto si aggiungono uvetta e mele.

Il Carnevale di Bagolino (Brescia)

In questo piccolo borgo medievale sulle Alpi bresciane della Valle Sabbia, si festeggia il Carnevale Bagosso, tra i più antichi del Nord Italia risale al 1518, è un tripudio di musiche, balli e costumi tramandati da 500 anni. Il Carnevale a Bagolino si snoda lungo le strade del paese nella suggestiva cornice di vecchie case e “piäströi” (viottoli) che conservano ancora intatto il loro fascino, per due giorni le vie del paese sono animate dai Balarì (ballerini) che a danzano con il volto coperto dal caratteristico cappello adornato da nastri colorati da cui spiccano un grosso fiocco e gioielli, accompagnati dalle melodie dei violini dei Sonadur (suonatori). Ballerini e suonatori si fermano davanti alle case di parenti, amici e fidanzate che offrono da bere o danno un’offerta che servirà per pagare la cena comune alla fine del carnevale. Tra le strade girano goffi e rumorosi anche i “maschèr” (le maschere), personaggi della realtà contadina che si divertono a canzonare i malcapitati che incontrano sul loro cammino. Tutti indossano gli sgalber, gli zoccoli in legno chiodati, che sono il tratto comune dei due costumi tipici: quello maschile del Ceviòl e quello femminile della Guenel. Il programma inizia domenica 11 febbraio, il pomeriggio alle ore 14.30 in Piazza Marconi i piccoli ballerini inizieranno le danze. Il percorso si svilupperà nella parte del paese denominata “cavrìl”, in tutto il paese ci saranno i rumorosi e dispettosi “mascher”. Il 12 febbraio, si parte la mattina alle ore 6.30 con la santa messa che darà l’inizio ufficiale al Carnevale Bagosso. Una cerimonia molto sentita dai ballerini, aperta anche ai turisti. La prima danza dedicata al prevosto si terrà davanti alla canonica, l’itinerario proseguirà per tutto il paese fino a sera. Finale il 13 febbraio, dal mattino i ballerini inizieranno le loro danze per tutto il paese fino a sera quando raggiungeranno le piazze per eseguire l’ultimo ballo, l’emozionante "ariosa”, che chiuderà il carnevale.

Il Carnevàl di Mat di Bormio (Sondrio)

Andiamo in Valtellina per il Carnevàl di Mat di Sondrio, una tradizione molto antica. In passato i giovani del paese eleggevano il Podestà di Mat (Podestà dei Matti), principe eletto per burla che si sarebbe sostituito temporaneamente al Podestà grigione che governava il paese. Il suo regno durava una settimana durante la quale il potere era sospeso e l’unica regola era quella di vivere nel divertimento con il divieto di dedicarsi alle cose serie. Il Carnevale di oggi è una rivisitazione della Funzione dei Matti di un tempo: il Podestà di Mat prende simbolicamente il posto del sindaco di Bormio per un giorno e l’Arlecchino, con la Compagnia di Mat, legge pubblicamente pettegolezzi e lamentele deposte in forma anonima dai cittadini nel corso dell’anno nell’apposita cassetta collocata in piazza del Kuerc. La festa è l’11 febbraio

Il Carnevale Vecc di Grosio (Sondrio)

Restiamo in Valtellina, a Grosio dove si festeggia il Carneval Vecc, simbolo della manifestazione folkloristica un fantoccio imbottito di paglia che porta un paio di corna e rappresenta i tempi di miseria e carestia da dimenticare. Per tradizione sarà bruciato alla fine delle danze come buon auspicio per tempi migliori e raccolti fertili. La “Magra Quaresima”, una donna scarna miseramente vestita, “L’Orso”, il “Toni” e la “Bernarda”, un adulto travestito da poppante, sono alcune delle altre tipiche figure che animano la festa.  Sono proprio le maschere vecchie le vere protagoniste di un carnevale che merita di essere visitato e vissuto appieno. I volti dei personaggi della tradizione carnevalesca grosina vengono indossate ogni anno dalle stesse persone. Una tradizione che si tramanda. La prima domenica di Quaresima le maschere grosine si concedono un ultimo momento di irriverente euforia. La festa è il 18 febbraio.