Yana, l'autopsia: presa a sprangate e soffocata. Dumitru ha provato a chiuderla in valigia

Cinque ore di esame del medico legale evidenziano i segni lasciati dai tentativi di sigillarla in un trolley. Trauma alla mano per la disperata difesa

Presa a sprangate e soffocata per finirla. Chi l’ha uccisa l’ha poi chiusa in una valigia che si è sforzato a lungo e inutilmente di serrare: tentativi che hanno segnato il corpo della vittima. È stata la fine Yana Malayko, la notte fra il 19 e il 20 gennaio. Fra certezze scientifiche e logiche deduzioni sono i primi esiti dell’autopsia (durata circa cinque ore) eseguita alla morgue dell’ospedale di Mantova dall’anatomopatologa Giovanna Del Balzo, dell’Istituto di medicina legale di Verona, incaricata dalla Procura mantovana.

L'autopsia di Yana Malayko

La 23enne ucraina, aggredita a sorpresa, ha ricevuto i colpi sulla parte destra del viso, fra lo zigomo e il collo. Colpi violenti, sferrati con un oggetto tondeggiante (una spranga, più probabilmente, o un tubo) che hanno provocato traumi e un grosso ematoma per il travaso di sangue. Yana si è difesa dopo il primo, riuscendo a parare il successivo, come testimonia un trauma alla mano sinistra. Le labbra erano gonfie come se la vittima avesse ricevuto un colpo, sferrato con lo stesso corpo contundente, oppure fosse stata raggiunta da un pugno.

Non è stato usato un coltello. Non era a schizzo nessuna delle macchie di sangue (sul materasso, su un piumone, su lenzuola e indumenti, sulla maniglia della porta della camera da letto, su due asciugamani gettati in un sacco dell’immondizia). La vittima non è stata strangolata. Tutto questo fa pensare che quello del soffocamento sia stato l’atto finale e letale. Yana era in pigiama. Sul corpo sono stati notati alcuni segni come si si fosse cercato di chiuderlo, quasi in posizione fetale, in una valigia o in un trolley, qualcosa di forma rettangolare, con spigoli rigidi. Nuovi accertamenti medico legali sono in programma per domani.

L'ex compagno è in carcere

Martedì i carabinieri del Ris saranno nell’appartamento di Castiglione. Dumitru Stratan, 33enne moldavo, ex fidanzato di Yana, è in carcere a Mantova, accusato di omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere. Stratan ha le chiavi dell’appartamento, in piazzale della Resistenza, a Castiglione delle Stiviere, di proprietà della sorella Cristina.

La notte dell'omicidio

Yana è sua ospite da quando si è interrotto il legame con il fratello. Quella notte ha un appuntamento con l’ex compagno, che insiste per restituirle il cagnolino Bulka, malato. È un inganno. Quando rincasa, attorno alle 1.30, Yana si accorge che la telecamera all’interno dell’alloggio è manomessa, spenta e scollegata dall’alimentatore. Facile pensare a Dumitru. L’uomo si presenta una decina di minuti dopo le 2. Ha con sé il cane e Yana si rende conto che la bestiola è in buone condizioni. Alle 2.31 la ragazza invia via Whatsapp l’ultimo saluto al giovane che frequenta da qualche settimana.

Fra le 4 e le 5 la telecamera dell’appartamento è nuovamente disattivata. È con ogni probabilità l’arco di tempo che Dumitru impiega per uccidere Yana, tentare invano di chiudere il corpo in valigia e insaccarlo in un grosso involucro azzurro. Fra le 5.13 e le 5.14 viene ripreso dalla telecamera dell’androne mentre trascina l’involucro per le scale fino alla porta posteriore, che dà sul cortile interno del condominio. Quella sorta di sacco sarà per tredici giorni il sudario di Yana, nascosta sotto dei rami nelle campagne di Lonato del Garda. Per la serata di domani è atteso l’arrivo dal Canada di Tatiana Serbenchuk, la madre della giovane.