SIMONA BALLATORE
Cronaca

Dove si informano milanesi e lombardi? Il dato sorprendente su televisione e social media

La ricerca di Cattolica con Credem e Bilendi e il focus sulla regione: cresce la ricerca online. In calo la consultazione di notizie su Facebook e su politica e attualità ci si confronta meno con gli amici

I quotidiano sono considerati una fonte in grado di orientare le opinioni (Ansa/Andrea Fasani)

I quotidiano sono considerati una fonte in grado di orientare le opinioni (Ansa/Andrea Fasani)

MILANO – In Lombardia la tivù generalista sembra avere meno “peso informativo“ rispetto al resto d’Italia: è consultata per le notizie quanto la ricerca online (entrambe citate dal 58% degli intervistati lombardi, rispetto al 62% del totale nazionale, che predilige la televisione mettendola al primo posto). I lombardi si affidano di più ai quotidiani, citati dal 39% dei rispondenti (rispetto al 35% degli italiani). Sono alcuni dei dati che emergono dall’ultima ricerca dell’Osservatorio Opinion Leader 4 Future, che vede insieme Credem e l’Alta Scuola in Media Comunicazione e Spettacolo (Almed) dell’Università Cattolica. L’analisi, in collaborazione con l’istituto Bilendi, inquadra le abitudini informative degli italiani. Anche nel campo dei social media spiccano sfumature regionali: in particolare, emerge un netto divario nella percezione della capacità informativa di Facebook, citato dal 18% degli italiani e soltanto dal 10% dei lombardi.

Sotto la lente anche il ruolo di esperti e ricercatori nella costruzione delle opinioni personali (citati dal 44% del campione) e dei quotidiani cartacei e online (38%). I social media invece sembrano mostrare un apporto molto più debole per quanto riguarda l’orientamento delle opinioni (sono citati dal 16% degli intervistati). Sono state analizzate le risposte di 800 soggetti rappresentativi della popolazione italiana maggiorenne. Focalizzando l’attenzione sulla Lombardia, anche per quanto riguarda gli opinion leader di riferimento ci sono delle differenze: sembra esserci una minore tendenza a confrontarsi con gli amici sui temi di attualità e cronaca (gli amici sono citati dall’8% a livello lombardo contro il 12% nazionale).

Analizzando i profili di chi si informa, “la televisione tradizionale il mezzo di informazione preferito dagli over 65 (78% contro il 65% della fascia 45-65 anni e del 47% della fascia 18-44) – spiegano i ricercatori dell’università Cattolica –. La ricerca online è ugualmente citata sia dalla fascia 18-44 (61%) sia dalla fascia 45-65 anni (62%), cala invece per la fascia over 65 (54%). I quotidiani (online e cartacei) sono citati dal 35% del campione, percentuale che sale al 53% negli over 65 anni. L’utilizzo dei social network è sempre più rilevante, indicato dal 39% del totale del campione e dal 57% degli under 45 anni. In tale fascia d’età sale l’utilizzo di Instagram rispetto al totale campione (dal 13% al 25%) e TikTok (dal 5% al 11%), rimane invece stabile l’utilizzo di Facebook”.

“Nonostante i quotidiani, sia nella loro versione cartacea sia online, non siano citati come primario strumento di accesso alle news, essi continuano a rivestire un ruolo di grande importanza nell’orientare le opinioni – spiega Sara Sampietro, coordinatrice dell’Osservatorio Opinion Leader 4 Future –. Al contempo invece i social media sembrano mostrare un apporto molto più debole. Tale fenomeno può essere attribuito a diversi fattori, tra cui la capacità dei quotidiani di fornire contenuti approfonditi, analisi critiche e un contesto più ampio rispetto alle notizie brevi e veloci comunemente diffuse sui social. Inoltre, la produzione giornalistica è normalmente caratterizzata da una accurata selezione delle fonti, che contribuisce a costruire un’immagine di affidabilità e competenza”.