
Il senso di disagio che percepiamo quando fa caldo è dovuto sì alle alte temperature, ma anche all’elevata umidità dell’aria
Milano – Fino a 8-10 gradi in più rispetto al clima di giugno nel periodo 1991-2020. È una domenica da bollino rosso quella che ci aspetta secondo le previsioni di Arpa Lombardia, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente. “Il senso di disagio che percepiamo quando fa caldo è dovuto sì alle alte temperature, ma anche all’elevata umidità dell’aria – spiega Matteo Zanetti, meteorologo di Arpa Lombardia –. Esiste un indice, chiamato Humidex, in grado di descrivere e riassumere questo disagio in classi”.

Tutti i giorni, dal 1° giugno al 15 settembre, gli esperti di Arpa lo pubblicano online. “È importantissimo conoscerlo per evitare rischi per la salute legati per esempio alle attività all’aperto” avvisa Zanetti. Da venerdì a oggi la Lombardia si è colorata di rosso. Che nella scala di misurazione equivale a “disagio forte”. Venerdì la regione appariva ancora divisa in due: rosse Brescia, Cremona, Lodi, Mantova, Milano, e Pavia. Gialle, ovvero “disagio moderato”, Bergamo, Como, Lecco, Monza, Sondrio e Varese. Ieri il colore giallo resisteva ancora a Como e Sondrio, le ultime due province a passare in “zona rossa2.
Cos’è l’indice Humidex
L’indice è stato sviluppato nel 1965 e perfezionato nel 1979: in pratica “corregge“ la temperatura dell’aria in base all’umidità relativa prevedendo l’impatto del caldo in termini di disagio avvertito. “L’ondata di calore che sta colpendo il Nord Italia, iniziata già da qualche giorno, è provocata da una vasta espansione anticiclonica accompagnata da una massa di aria molto calda proveniente dal Nord Africa – spiega la nota di Arpa Lombardia –. Domani l’indebolimento dell’alta pressione e l’arrivo di aria più fresca dall’Atlantico porterà ad un lieve miglioramento delle condizioni, con lieve calo delle temperature e possibilità di precipitazioni diffuse, che non riusciranno a impedire la permanenza dell’ondata di calore fino a metà della settimana”.
Aria peggiorata
L’ondata di calore ha provocato anche un peggioramento della qualità dell’aria. L’osservato speciale è l’ozono. La legge prevede una soglia di informazione (180 microgrammi per metro cubo d’aria) e di allarme (240): la prima viene definita come il livello oltre il quale esiste un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata per le fasce più sensibili della popolazione (bambini, chi pratica sport all’aperto, persone con malattie respiratorie). Sopra la soglia di allarme, invece, il rischio riguarda tutti.
Dal 2010, la legge definisce anche un valore obiettivo per la protezione della salute sulla base delle rilevazioni degli ultimi tre anni di misura: 120 microgrammi come massima media mobile giornaliera calcolata su otto ore. Un parametro da non superare per più di 25 giorni per anno come media sui tre. Anche per l’ozono, nella sezione bollettini Arpa pubblica una mappa con una scala di valori dall’azzurro (tra 0 e 80 microgrammi) al rosso (oltre i 240). In zona gialla (120-180) si è già oltre il valore obiettivo e ieri la Lombardia lo superava in gran parte della fascia centrale della regione, sul Garda, nel Pavese e persino in alcuni tratti della Valtellina.