PIER GIORGIO RUGGERI
Cronaca

Veronica, la manager contadina: “Ho mollato l’ufficio per il mio frutteto”

La scelta della 27enne neo-imprenditrice agricola cremasca: “Le mie due lauree Economia? Ero stanca dei numeri”

Veronica Padovani, 27 anni, cremasca

Veronica Padovani, 27 anni, cremasca

Capralba (Cremona), 3 luglio 2025 – “Ero un po’ stanca dei numeri”. Veronica Padovani, 27 anni, ha mollato l’ufficio e ha messo nel cassetto due lauree per acquistare un frutteto e diventare imprenditrice-contadina.

Da bambina ha vissuto nell’azienda agricola di famiglia, a Campagnola Cremasca, tra campi e animali da cortile. Poi l’università a Brescia con tirocinio in un’azienda di consulenza. Dopo la laurea, il lavoro a Crema. “Ero un po’ stanca di continuare a far di conto e così ho cominciato a guardarmi in giro. Mi piaceva l’idea di tornare in campagna magari a confezionare crostate e fare marmellate. Ed è arrivata l’occasione giusta”.

Cosa è successo?

“Mi hanno detto che una persona che conoscevo aveva intenzione di vendere la sua attività, un frutteto a Capralba. Sono andata a sentirlo e ci siamo subito accordati. Così, alla fine della scorsa estate, ho acquistato il frutteto e ho cominciato questo lavoro. Entusiasmante”.

Quante piante ha?

“Il frutteto ha un’estensione di tre ettari e ci sono 1.500 piante”.

Fa tutto da sola?

“Sì, ci sono momenti un po’ caotici, ma alla fine ce la faccio. Un po’ mi aiuta il fidanzato e qualche amica mi dà una mano, oltre alla mia bassotta Ila”.

E quali piante coltiva?

“Una parte dell’azienda, che ho chiamato “Dal flor“ e sta in via Panizzardo, è coltivata con le piante da frutto. Poi ci sono le verdure e infine una piccola serra per meloni e angurie”.

Frutta tutto l’anno.

“Ogni frutto ha la sua stagione e io non forzo la mano”.

Tipologie?

“Albicocche, pesche, ciliegie. Adesso ho inserito sette varietà di mele, giusto per allungare la stagione fin verso l’autunno”.

Quali sono gli impegni?

“Parto a febbraio con innesti e potature. Poi ci sono le raccolte. E siccome siamo l’unico frutteto a chilometro zero del Cremasco, quel che si raccoglie deve essere venduto in fretta. E così ho avuto un’altra idea”.

Quale?

“Ho aperto il frutteto alle persone che non solo voglio venire ad acquistare la frutta che raccolgo io, ma do loro la possibilità di venire a prenderla direttamente dagli alberi”.

E questa idea come è stata accolta?

“Un successo. Tante famiglie tra maggio e giugno sono venute a raccogliere le ciliegie. I bambini si sono divertiti. E il rapporto è cresciuto, grazie anche al passa parola. In tanti telefonano, mi dicono quando vogliono venire e poi, cestino in mano, raccolgono la frutta che porteranno a casa”.

Bilancio del primo anno?

“Positivo. C’è da fare fatica, ma le soddisfazioni di vedere frutta e verdura crescere sono impagabili. E poi c’è anche dell’altro”.

Ancora?

“Un’ultima chicca. L’azienda agricola ospita le api di Alessandro Riboli. In primavera e in estate le api raccolgono il nettare dei fiori del frutteto e dei dintorni e da questa alchimia naturale nascono i mieli di tarassaco, acacia e millefiori prodotti nell’azienda agricola Riboli a Campagnola Cremasca. Tutto bello, tutto naturale”.

E le due lauree?

“Sono in Economia aziendale e in Direzione d’impresa. Sono lì nel cassetto. Forse daranno i loro frutti in un altro modo”.