Covid Lombardia: il bollettino. I nuovi casi sono 5.094 e 165 decessi

Numeri in calo, ma anche per quanto riguarda i tamponi. Aumentano i ricoveri in terapia intensiva e negli altri reparti. Galli: "Probabile che oltre il 50% dei contagi da asintomatici"

Emergenza Covid

Emergenza Covid

Milano, 22 novembre 2020 - In attesa che la Lombardia 'si colori' di arancione, e abbandoni finalmente il rosso ed il lockdown, la curva epidemiologica del Coronavirus sembra si stia stabilizzando. Oggi, nella regione più colpita dalla diffusione del virus i nuovi contagi sono 5.094  (di cui 477 ‘debolmente positivi’ e 57 a seguito di test sierologico) a fronte di 29.800 tamponi. Ieri erano 8.853 a fronte di 44.294. Il rapporto positivi/tamponi è del 17%, mentre ieri del 19,9%.  Continua a salire la pressione sugli ospedali della rete regionale. Le persone ricoverate in terapia intensiva sono 13 in più rispetto a sabato: in totale i reparti di rianimazione stanno curando 949 casi. I posti letto occupati dai pazienti meno gravi sono aumentati di 77 unità per un totale di 8.391 ricoveri nei reparti ordinari. Cresce in maniera considerevole il numero dei guariti/dimessi: +3.208 per un totale di 186.680. Si allunga, purtroppo, la lista di morti: in 24 ore si contano altre 165 vittime, con il tragico conto arrivato a quota 20.524. 

Parla di decessi l'infettivologo dell'ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli, replicando a chi gli ha chiesto se è necessario continuare con le chiusure fino a quando sarà disponibile un vaccino. "Determinate responsabilità e decisioni competono a governo, Cts e Regioni. Le evidenze dei dati dicono che non è che da un giorno all'altro, perché abbiamo avuto una flessione dell'Rt senza aspettare di consolidarla, possiamo fare come prima. L'esperienza del post lockdown di maggio l'abbiamo davanti agli occhi, con un saldo di 12mila morti in più dal primo giugno", ha detto a 'L'aria di domenica' su La7. E riguardo la diffusione del contagio ha sottolineato: "Credo sia probabile quanto affermato da uno studio americano sul fatto che oltre il 50% dei contagi derivi dagli asintomatici". "Per contro - ha aggiunto Galli - visto che il 30-40% sul totale che si infetta sono giovani e sani e che tra loro si annidano superdiffusori, credo che gli asintomatici siano il tendine d'achille degli interventi di prevenzione. Sono quelli che portano a spasso inconsapevolmente il coronavirus e lo distribuiscono a pieni vocalizzi".

Intanto, i lombardi non sperano solo nel 27 novembre, data in cui potrebbe cambiare il colore della Lombardia, ma anche nel 3 dicembre quando il Governo potrebbe ufficializzare il cosiddetto Dpcm di Natale, il primo in tempi di Coronavirus. L'ipotesi più attuale è che ci sia un Dpcm per il periodo dal 3 dicembre fino a ridosso di Natale e uno per le festività vere e proprie. Qualche giorno fa Giuseppe Conte aveva indicato la linea del governo: "Dobbiamo prepararci a un Natale più sobrio: veglioni, festeggiamenti, baci e abbracci non saranno possibili". Questo non significa però chiusura totale. "Pensiamo che sarà possibile scambiarci i doni - aveva detto infatti il premier - e permettere all'economia" di crescere.  L'obiettivo è comunque un altro: fare in modo che la maggior parte delle regioni possano retrocedere dalle zone rosse e arancioni in modo da arrivare al 3 dicembre con buona parte dell'Italia in zona gialla. La Lombardia ce la farà?

Per approfondire - Lombardia zona arancione: ecco cosa cambia

Bollettino 22 novembre: i dati delle province

Per quanto riguarda le province, al primo posto per numeri di contagi è sempre Milano con 2.208 nuovi casi, di cui 825 a Milano città (ieri +3.232 e +1.144). Segue Monza e Brianza con +843 (ieri +758). Poi, Varese con +326 (ieri +1.970) e Como +316 (ieri +655). Pavia registra +211 nuovi positivi (ieri +358) e Sondrio +218 (ieri +358); Lecco +197 8ieri +160); Brescia +196 (ieri +462); Mantova +142 (ieri +338); Lodi +137 (ieri +77); Bergamo +129 (ieri +304) e Cremona +89 (ieri +221). 

Coronavirus, i dati di domenica 22 novembre in Lombardia

Covid-19 in Italia, contagi del 22 novembre / Pdf 

ln Italia, il totale dei contagiati dall'inizio dell'emergenza, con i 28.337 nuovi casi di oggi, sale a 1.408.868. Le vittime complessive del Covid in Italia (oggi +562, incremento in frenata) sono 49.823.   'Solo' 188.747 test effettuati (ieri 237.225): il rapporto positivi tamponi torna al 15,06% dal 14,6% di ieri. I ricoverati in ospedale con sintomi sono 34.279 (+216 rispetto a ieri), mentre accelere nuovamente l'incremento dei pazienti in terapia intensiva: sono 43 in più di 24 ore fa, 3.801 in totale. Ieri l'aumento era stato di 10 unità.  I dati del weekend, si sa, vanno sempre analizzati con cautela: sono stati quasi 50mila in meno i test processati, il che significa che il rapporto positivi tamponi risale rispetto a ieri. Contagi in calo in Lombardia (5.094), Veneto (2.956) ed Emilia Romagna (2.665), lieve aumento in Toscana (1.929) e Marche (529).

Covid, ultimo monitoraggio Iss

Covid, una tabella dell'ultimo monitoraggio Iss
Covid, una tabella dell'ultimo monitoraggio Iss

Varese, è boom di contagi. Si celebra un triplo funerale

Dopo Milano, la provincia che desta maggior preoccupazione è Varese, anche se oggi i contagi sono drasticamente diminuiti. In un territorio come quello varesino, tra i più toccati dalla pandemia, capita anche che venga celebrato un triplo funerale: è successo ieri alla Rasa, frazione di Varese. Nell’arco di pochi giorni sono scomparse tre persone, di cui due proprio a causa del coronavirus, e le famiglie in accordo con la parrocchia hanno deciso di organizzare un rito comune. Le esequie si sono tenute all’aperto, nel campo da calcio del rione, con l’altare posizionato davanti alla porta e tre bare una affiancata all’altra.

Test di massa nel Lodigiano: il 16,8% ha gli anticorpi

Numeri decisamente più bassi nel Lodigiano, duramente colpito nella prima ondata di Covid.  Qui sono partiti i test di massa: con 11.925 persone sottoposte a prelievo (le ultime il 18 novembre), di cui 2.007 risultate positive al test sierologico, la campagna di screening che ha visto coinvolti 58 comuni su 61, si può dire conclusa. Di fatto in questi giorni verrà riaperta una finestra per chi non ha potuto essere presente alla prima chiamata o per i familiari del positivo. Ma si tratta probabilmente di poco più di un migliaio di persone. Intanto la media provincile dei positivi allo screening sierologico, che ha lo scopo di rilevare quante persone abbiano sviluppato gli anticorpi al corovanirus, sulle quasi 12 mila persone coinvolte (poteva partecipare, su base volontaria, un componente per ogni nucleo familiare, al costo di 10 euro; 25 euro erano coperti dal Comune, ndr ), è del 16,8%: "La percentuale sale un po’ di più nei 10 comuni della prima zona rossa, che è stata epicentro del focolaio – spiega Giovanna Gargioni, sindaca di Borghetto, che ha coordinato lo screening in quanto referente del Lodigiano in Ats Città Metropolitana di Milano, nella campagna insieme all’Asst –. Il dato più alto è stato a Meleti dove, su 67 persone testate, ne sono risultate positive 35, pari al 52%. Al contrario, Bertonico, è un caso unico: pur essendo in zona rossa, dei 123 monitorati solo 10 sono risultati positivi, l’8%. Eppure, mi confermava il sindaco, anche solo il giorno prima dell’epidemia, il 20 febbraio, la gente di Bertonico, come d’abitudine, era andata a fare la spesa al mercato di Castiglione d’Adda, uno dei focolai, dove ci sono stati morti".

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