
Mozzate (Como) – Conferma dell’accusa di omicidio volontario e un condanna a 9 anni e 8 mesi di reclusione. Lo ha stabilito la terza sentenza letta a carico di Flavio Briancesco, 52 anni di Mozzate, accusato di aver ucciso Lorenzo Borsani, 36 anni: aggressione avvenuta il pomeriggio del 7 agosto 2020, in via Turati a Mozzate.
Briancesco, disoccupato che faceva lavori saltuari di manutenzione, aveva appena finito di riparare la lavatrice dell’ex moglie della vittima e, quando era uscito, si era trovato la sua auto, una Mercedes Classe A parcheggiata a pochi metri dall’abitazione, con le gomme tagliate. Fuori ad attenderlo c’era Borsani, che gli aveva intimato di non entrare più in casa della donna, da cui si era separato un anno prima. La discussione tra i due era degenerata, i due erano venuti alle mani, nonostante il tentativo dell’ex moglie della vittima di separarli. Poi Briancesco aveva raggiunto la sua cassetta degli attrezzi, preso un coltello con una decina di centimetri di lama ed era tornato da Borsani, sferrando il colpo mortale.
La condanna di primo grado, con rito abbreviato, a settembre 2021 lo aveva riconosciuto colpevole di omicidio volontario, condannandolo a 10 anni di reclusione. Ma un anno dopo, in Appello, era giunto un radicale ribaltamento della sentenza, che gli aveva riconosciuto l’eccesso colposo in legittima difesa, riducendo drasticamente la condanna a 2 anni e 8 mesi.
È stata la Corte di Cassazione ad annullare il giudizio di secondo grado, ritenendo la pena inadeguata e rimandando gli atti alla Corte d’Appello di Milano. Che ora ha emesso il nuovo giudizio, accogliendo le indicazioni della Suprema Corte. Dopo l’omicidio, Briancesco si era allontanato a piedi ed era stato rintracciato a casa: subito aveva raccontato cosa era accaduto, facendo anche ritrovare il coltello gettato lungo la strada.