Intesa sui frontalieri, le tasse durante il telelavoro vanno alla Svizzera

Il ministro Di Maio sblocca il nodo giuridico sul versamento delle imposte durante il lockdown

L'intesa tra Italia e Svizzera riconosce lo status di frontalieri a chi era in telelavoro

L'intesa tra Italia e Svizzera riconosce lo status di frontalieri a chi era in telelavoro

Como, 21 giugno 2020 - Uno degli effetti della visita in Canton Ticino del ministro Luigi Di Maio è stato l’accordo su come tassare il telelavoro dei frontalieri, italiani e svizzeri, costretti a casa durante il lockdown. Un problema non da poco soprattutto per i diretti interessati che rischiavano di essere tassati nello Stato di residenza e non in quello in cui risultano dipendenti. Per fortuna Roma e Berna hanno raggiunto un accordo e deciso di considerare il lavoro dei frontalieri durante il lockdown, anche se svolto a casa loro, come se prestato in ufficio.

"In via eccezionale e provvisoria – si chiarisce in un documento diffuso ieri - i giorni di lavoro svolti nello Stato di residenza, a domicilio e per conto di un datore di lavoro situato nell’altro Stato contraente, a seguito delle misure adottate per combattere la diffusione del Covid-19, sono considerati giorni di lavoro nello Stato in cui la persona avrebbe lavorato e ricevuto in corrispettivo il salario, lo stipendio e le altre remunerazioni analoghe in assenza di tali misure". Le disposizioni si applicano dal 24 febbraio al 30 giugno 2020 compreso, ma con la possibilità di rinnovare l’accordo di mese in mese per accompagnare eventuali fasi di recrudescenza dell’epidemia. "Cesserà di essere applicabile l’ultimo giorno del mese in cui l’ultimo dei due Stati ha posto fine alle misure sanitarie governative che limitano o sconsigliano la normale circolazione delle persone fisiche".

Coperti dall’accordo non solo i lavoratori che hanno operato in smart working, ma anche quelli che al contrario sono stati costretti a fermarsi in Italia o in Svizzera anche dopo turno di lavoro, alloggiati in hotel o appartamenti messi loro a disposizione dalle aziende. Una situazione che hanno vissuto soprattutto i frontalieri italiani che svolgono le professioni mediche o infermieristiche in Canton Ticino, ma anche tanti operai specializzati costretti a presentarsi al lavoro con la valigia pronta in auto e magari sistemati per la notte in magazzini allestiti con brandine come fossero dormitori. Per fortuna grazie all’intesa tra i due Stati questo tipo di comportamenti, a dir poco irrituali, non inficerà sullo status di frontalieri e quindi sulla tassazione dei lavoratori.