I giudici del lavoro della Corte d’appello di Milano hanno stabilito che i vertici della sanità pubblica lecchese devono restituirgli quattro mesi di stipendio, i relativi contributi e le ferie maturati e le spese legali sostenute. È trascorso quasi un anno dal pronunciamento, ma Francesco Scorzelli, infermiere di 65 anni e sindacalista, ex caposala del Servizio trasporti centralizzati e del Pronto soccorso dell’ospedale di Merate, sta ancora aspettando. A settembre 2020 era stato sospeso per 6 mesi senza stipendio, poiché, a inizio pandemia, si era rifiutato di impiegare i suoi sottoposti nei reparti Covid, in quanto, secondo lui, non disponevano di dispositivi adeguati, né erano sufficientemente addestrati al loro corretto utilizzo.
La punizione, ritenuta lecita in primo grado, in Appello è stata ridotta di un terzo, da 6 a 2 mesi: il suo non sarebbe stato un atto di insubordinazione, sebbene i toni utilizzati verso i propri superiori siano stati ritenuti comunque inaccettabili e sanzionabili. In sentenza si stabilisce inoltre il risarcimento di 3.300 euro di spese legali, più gli oneri del suo avvocato e il pagamento di tutte le spettanze arretrate. D.D.S.