
Anche i sindacati chiedono di essere coinvolti sulla variante della Tremezzina, che tocca da vicino gli interessi di una settantina...
Anche i sindacati chiedono di essere coinvolti sulla variante della Tremezzina, che tocca da vicino gli interessi di una settantina di lavoratori, impegnati nelle attività di cantiere. "La scelta di non coinvolgere le parti sociali ci lascia perplessi e preoccupati - spiegano Sandro Estelli, Daniele Magon e Dario Esposito segretari di Cgil Como, Cisl dei Laghi e Uil Lario -. La mancanza di un coinvolgimento ampio rischia di penalizzare cittadini, lavoratori e imprese. Quel che stupisce è il fatto che a oggi non si è pensato di coinvolgere tutte le parti sociali e produttive del Comasco come avvenuto in passato. Speriamo sia stato un problema di tempi e crediamo si possa e debba rimediare".
A preoccupare, l’incertezza sulla ripresa dei lavori e il braccio di ferro tra Anas e Consorzio Sis, che "mettono a rischio non solo il futuro dell’opera, ma anche la continuità occupazionale e la sicurezza di chi ogni giorno opera in condizioni già complesse. Il destino dei lavoratori non può essere ignorato o subordinato a dispute economiche". Una disputa quella in corso tra Anas e Consorzio Sis dovuta alla difficoltà di raggiungere un accordo sulla richiesta economica legata ai maggiori costi per lo smaltimento dei detriti, contaminati da idrocarburi e arsenico, estratti durante gli scavi. "Dalle informazioni trapelate Anas avrebbe riconosciuto il 60% dell’importo richiesto dal Consorzio Sis che ha ritenuto la proposta non congrua - proseguono le sigle -. Se le ipotesi fossero confermate, emergerebbe chiaramente quanto poco venga considerata la provincia di Como. Il completamento dell’opera è cruciale per lo sviluppo della viabilità, il turismo, il tessuto produttivo locale e l’accesso ai servizi".
Ro.Can.