REDAZIONE COMO

Gli svizzeri fanno sul serio: chiusi di notte i valichi di Ronago e Colverde

Il provvedimento contro quelli che chiamano i pendolari dei furti e delle rapine

Il valico di Ronago

Bellinzona (Como), 8 marzo - Malgrado il calendario non si tratta di un pesce d’aprile: a partire dal primo del prossimo mese infatti i due valichi comaschi di Ronago e Colverde, oltre a quello di Ponte Cremenaga in provincia di Varese, rimarranno chiusi dalle 23 alle 5 del mattino per decisione dell’Amministrazione federale elvetica delle dogane. Era da tempo che gli svizzeri si lamentavano per l’aumento dei reati in prossimità del confine. Furti e rapine compiuti dopo il tramonto da delinquenti e bande specializzate con base in Italia, abilissimi a muoversi utilizzando le vie secondarie e scegliere i valichi minori, non presidiati dalle forze dell’ordine. Ad avanzare la proposta, poi recepita dal Consiglio Federale, Roberta Pantani della Lega dei Ticinesi che nel 2014 non aveva avuto dubbi a collegare l’aumento dei reati in Canton Ticino con i mancati controlli alle dogane.

Il Governo Federale si era impegnato ad assumere un centinaio di nuove guardie di confine, ma l’emergenza profughi ha dirottato parte delle risorse così alla fine il Canton Ticino ha deciso di chiudere i tre valichi, almeno in via sperimentale. Il provvedimento proseguirà per sei mesi, poi si valuterà se prorogarlo ulteriormente. Secondo l’Amministrazione federale delle dogane non dovrebbero esserci particolari problemi, nei mesi scorsi infatti sono stati effettuati dei controlli a campione e si è scoperto che da Ronago e Colverde durante la settimana non passano più di un centinaio di auto, il 20% delle quali con targa svizzera. A far rispettare l’ordinanza le guardie di confine elvetiche, in collaborazione con la polizia cantonale

. I tre valichi saranno chiusi da sbarramenti e cancelli e dotati di sistemi di videosorveglianza che permetteranno d’identificare chiunque durante la notte dovesse cercare di forzare il blocco. A quanto sembra il provvedimento ha tenuto conto anche delle esigenze della maggior parte dei pendolari, che difficilmente si mettono in coda ai valichi prima delle cinque del mattino. Inutili le proteste dei sindaci italiani che nelle scorse settimane avevano chiesto al Canton Ticino di tornare sui propri passi.