REDAZIONE COMO

Strage di Erba, “ci vorrà un mese” per valutare la richiesta di revisione del processo a Olindo e Rosa

La decisione sulla riapertura del caso spetta alla procuratrice generale di Milano Francesca Nanni e all'avvocata generale Lucilla Tontodonati

Olindo Romano e Rosa Bazzi nella gabbia degli imputati al Tribunale di Como

La Procura generale impiegherà “almeno un mese” per valutare la richiesta di revisione del processo sulla strage di Erba presentata il 16 aprile dal sostituto procuratore Cuno Tarfusser. A dare le tempistiche sono state la procuratrice generale di Milano Francesca Nanni e l'avvocata generale Lucilla Tontodonati, che dovranno decidere se chiedere effettivamente al Tribunale di riaprire il processo.

La richiesta di revisione

Tarfusser ha presentato la richiesta di revisione in un documento di 58 pagine in cui afferma che ci sarebbero “numerose criticità” riguardo al processo che ha portato alla condanna definitiva all’ergastolo di Olindo Romano e Rosa Bazzi per l’omicidio, a coltellate e colpi di spranga, di Raffaella Castagna, de suo bambino di due anni e mezzo, Youssef Marzou, della madre Paola Galli e della vicina di casa Valeria Cherubini

In particolare, secondo il sostituto procuratore, ci sarebbero sei punti da chiarire, legati alle tre prove regine. Gli avvocati di Olindo e Rosa hanno presentato nuove testimonianze, una in particolare, che individua in una faida per il controllo del mercato dello spaccio l'innesco e insieme lo scenario della strage di Erba.

La decisione sulla riapertura

Il destino della revisione processuale si deciderà quindi non prima di metà maggio. Per l'organizzazione interna degli uffici spetta al procuratore generale e all’avvocato generale – e non al singolo sostituto procuratore, Tarfusser – poter prendere tale decisione. Paradossalmente, l'autonoma richiesta di Tarfusser di riaprire il caso potrebbe non finire mai davanti alla corte d'Appello di Brescia, che sarebbe chiamata a dirimere la questione.

Se l'atto della procura generale potrebbe quindi restare in un cassetto, è certo che anche gli avvocati dei coniugi presenteranno a Brescia un’istanza di revisione. Ai giudici della corte d'appello bresciana spetterà un primo vaglio di ammissibilità, solo una volta superato questo filtro verrebbe fissata un'udienza per decidere sull'eventuale riapertura del processo.