Olindo e Rosa vittime di errore giudiziario per la strage di Erba? Parla l’avvocato

Uno dei difensori della coppia, Fabio Schembri, spiega perché i due sarebbero innocenti: “Ci interessa che la verità venga a galla”

Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati per la strage di Erba

Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati per la strage di Erba

Fabio Schembri è il difensore di Olindo Romano e Rosa Bazzi insieme con i colleghi Luisa Bordeaux, Nico D’Ascola, Patrizia Morello. I due coniugi sono stati condannati in via definitiva all’ergastolo perché ritenuti, nei tre gradi di giudizio, gli autori della strage di Erba, in cui, a coltellate e colpi di spranga, uccisero Raffaella Castagna, il suo bambino di due anni e mezzo, Youssef Marzouk, la madre Paola Galli, e la vicina di casa Valeria Cherubini.

Avvocato Schembri, vi aspettavate una proposta di revisione da parte di un sostituto procuratore generale? “Diciassette anni fa certamente no. In tutti questi anni abbiamo continuato a lavorare per le nuove prove. Andiamo avanti. Siamo ben lieti che la magistratura si occupi del caso. Ma soprattutto ci interessa che venga a galla la verità”.

Com’è cambiato il “clima” rispetto al passato? “È molto cambiato. È uscita finalmente una storia che non era stata raccontata bene, anche perché in molti avevano impedito che venisse fuori, quando ancora i processi non erano finiti”.

I Romano si sono auto accusati con le confessioni.

“Hanno confessato e sono colpevoli, si ragiona così a livello di sensibilità popolare. Le cronache giudiziarie sono piene di confessioni e delle testimonianze di chi dice di avere visto. La maggior parte delle revisioni ha cancellato questo combinato disposto. Il perché delle presunte confessioni è spiegato dalle intercettazioni ambientali in carcere. A dialogare sono due persone particolari, Rosa Bazzi ha un ritardo mentale di un certo tipo. Il marito le parla di confessione, attenuanti, rito abbreviato, benefici, ritorno a casa. Lei quasi gli dà sulla voce, chiede cosa c’è da confessare se non sono stati loro, dice che andrà a casa e si butterà sotto un treno. E piange”.

E le annotazioni di Romano sulla sua Bibbia con frasi tipo “Ti ho sognata come quel giorno che ti abbiamo ucciso con il sangue che ti usciva dalla testa”, “Accogli Raffella, sua madre e Youssef che noi abbiamo ucciso”, oppure “I Frigerio dovevano farsi i c. loro” e altre ancora?

“Neppure queste devono essere considerate confessioni. Era il periodo in cui i coniugi avevano ‘confessato’, aspettavano la cella matrimoniale e chissà cos’altro. La Bibbia di Olindo è zeppa di dichiarazioni di innocenza, scritte ben prima che entrassero in scena i nuovi avvocati, ossia noi. Un altro falso è che i Romano, prima dell’arresto, in casa non parlassero dell’accaduto. Invece ne parlavano diffusamente e con parole di pietà. Il Ris non ha trovato niente di loro in casa delle vittime e niente delle vittime in casa loro. È una prova clamorosa dell’innocenza di Olindo e Rosa che è stata in un certo senso dimenticata.

“Nessuna delle sentenze ha speso una sola parola su questo aspetto tanto importante. Quindi, tecnicamente costituisce una prova nuova. Non dimentichiamo che furono distrutti dei reperti che come difensori volevamo esaminare. Accadde lo stesso giorno, poche ore prima che la Cassazione si pronunciasse sul ricorso della difesa che chiedeva che su quei reperti fossero eseguiti in incidente probatorio esami irripetibili per cristallizzare eventuali prove. Questo nonostante due provvedimenti dell’autorità giudiziaria che vietava la distruzione. Così andarono distrutti, fra gli altri, la teda i casa di Valeria Cherubini, squarciata da una coltellata, un mazzo di chiavi, quattro giubbotti delle vittime, un pc, diciotto mozziconi di sigaretta trovati sul luogo della strage”.

Adesso cosa accadrà? “Noi andiamo avanti. Come sempre. Ci siamo attrezzati per la richiesta di revisione del processo che presenteremo quanto prima”.