
Le indagini hanno visto in prima linea il Nucleo Investigativo dell’Arma
Veniano (Como), 18 luglio 2025 –
Un litigio, nel corso del quale Daniele Re avrebbe ripetutamente preso a calci sulle gambe la compagna, Ramona Rinaldi. Per poi strangolarla con la cintura dell’accappatoio o un laccio, trascinarla in bagno e appenderla alla barra di supporto della doccia, simulandone il suicidio.
La ricostruzione dell’assassinio
È la ricostruzione ipotizzata dal sostituto procuratore di Como Antonia Pavan dell’omicidio della trentanovenne trovata senza vita all’alba del 21 febbraio che ora ha portato all’arresto del compagno accusato di omicidio volontario, Daniele Re, 34 anni. Una lite che sarebbe scaturita dal timore e dall’ossessione, maturata dall’uomo e condivisa con i familiari, di essere lasciato. La sera del 20 i due avrebbero litigato: sul corpo della donna vengono trovate lesioni ed escoriazioni soprattutto sugli stinchi che il medico legale, durante l’autopsia, colloca poche ore prima del decesso.
All’1.10 di notte i vicini di casa sentono un rumore forte, un tonfo lo definiscono, secondo la Procura compatibile con la caduta di un corpo. Ma non solo: quella stessa notte, la lavatrice dell’abitazione della coppia, in vicolo Pozzo 12, avrebbe fatto più cicli di lavaggio, tre per l’esattezza.
Sangue evidenziato dal Luminol
Secondo le accuse, per lavare la casacca del pigiama indossato dalla donna, che si era sporcato di sangue a causa di un morso della lingua. Sangue che, nonostante i ripetuti trattamenti con acqua e detersivo, è stato evidenziato dal Luminol utilizzato dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Como durante il sopralluogo. Gli accertamenti tecnici hanno stabilito che quei tre cicli di lavaggio sono avvenuti tra l’1.15 e le 4.15, dopo la morte della Rinaldi che il medico legale ha collocato verso l’1.30, non programmati ma avviati in diretta.
Durante otto mesi di indagini sono state disposte molte altre verifiche tecniche, i cui risultati sono stati riuniti per formare un’unica convergente ricostruzione sostenuta dalla Procura e accolta dal gip. Inoltre Re è stato interrogato due volte, tra il 17 e il 26 giugno: la prima volta ha risposto alle domande, decidendo però di avvalersi quando gli è stato chiesto quali indumenti indossasse la compagna quella sera, così come sulle cause delle lesioni alle gambe. La seconda volta, l’uomo ha fatto scena muta.