
Una simulazione d'incidente svolta in occasione della festa della Croce Rossa italiana
Cantù (Como), 2 agosto 2025 – Spezzatino di vitello e carne in gelatina, barattoli di marmellata, succhi di frutta e mortadella. Confezioni di farina e di caffè in grandi quantità. Le perquisizioni svolte due settimane fa dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Como nelle abitazioni di otto volontari della Croce Rossa di Cantù, in tre casi hanno consentito di trovare merci riconducibili agli approvvigionamenti del comitato canturino. La provenienza è stata confermata dai marchi Agea impressi sulle confezioni sequestrate, il simbolo dell’agenzia che gestisce la distribuzione del cibo destinato ai poveri, acquistato con fondi europei.
L’inchiesta
Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore di Como Antonia Pavan, procedono con l’ipotesi di peculato, e sono scaturite da un accertamento dei Nas, seguito dal commissariamento disposto dal Consiglio Direttivo Nazionale per “gravi e reiterate anomalie inerenti alla gestione dei viveri dell’Area Inclusione Sociale del Comitato Cri di Cantù”. I prodotti con il marchio Agea sono stati trovati nelle abitazioni di Pierpaolo Toppi, ex responsabile della distribuzione viveri, Vincenzo Di Nicola e Piero Ponti, volontari addetti alla stessa mansione. A casa dell’ex presidente del comitato canturino Giorgio Speziali, i carabinieri hanno sequestrato prodotti alimentari non marchiati, che sono oggetto di verifiche per ricostruirne la provenienza.

Le irregolarità contestate
A inizio giugno, nella sede di via Alciato della Cri di Cantù, estesi anche in via Puecher e a Cascina Amata, utilizzati come depositi di generi alimentari, i carabinieri per la Sanità avevano trovato irregolarità nella gestione e conservazione dei cibi, destinati soprattutto ai pacchi per le famiglie in difficoltà. Da qui gli accertamenti, e il farsi avanti dell’ipotesi di peculato nei confronti di alcuni volontari addetti alla gestione delle derrate destinate alle famiglie in difficoltà: in tutto sono otto gli iscritti sul registro degli indagati, ma la Procura ha deciso di svolgere le perquisizioni, per capire fin da subito se ci fossero presupposti per procedere negli accertamenti. Che ora, all’esito delle verifiche fatte sulla merce acquisita dai carabinieri, pare abbiano dato riscontri in tre casi, a fronte di merce marchiata la cui presenza nelle abitazioni dei tre indagati, dovrà ora essere giustificata.