Omicidio di Veniano, un testimone: "Lo ha afferrato per il collo"

Nuovi particolari sul delitto Krupe

I rilievi degli investigatori

I rilievi degli investigatori

Veniano (Como), 22 giugno 2019 - «Ho notato che un uomo ha afferrato Junior per il collo, facendo nascere una violenta colluttazione tra loro». Dalle testimonianze di alcuni giovani presenti domenica sera, quando è avvenuto l’omicidio di Hans Junior Krupe, per il quale è stato arrestato Gabriele Luraschi, 47 anni di Fenegrò, emerge la ricostruzione dei primi attimi e delle genesi di quella lite sfociata, nel giro di pochi minuti, nell’accoltellamento del venticinquenne di Veniano, morto poco dopo l’arrivo in ospedale.

Uno di questi, un ragazzo che conosceva di vista la vittima, ed ha assistito a tutta la lite, ha raccontato ciò che ha visto ai carabinieri di Cantù, che conducono le indagini coordinate dal sostituto procuratore Pasquale Addesso. «Junior – ha detto – dopo averci salutati si è diretto alla fontanella vicino ai gradoni del campetto di calcio. Appena ha iniziato a bere, probabilmente per qualche schizzo d’acqua, ha iniziato un litigio con due persone che erano sedute». Poi aggiunge di aver visto Luraschi, o meglio un uomo con le sue caratteristiche fisiche, avvicinarsi e prenderlo per il collo. «Da lontano sentivo urlare i due in perfetto italiano, la colluttazione è durata pochi secondi: ricordo che sono anche caduti a terra.

Poi Junior si è avvicinato a noi mostrandoci le ferite subite al braccio destro, dal quale perdeva molto sangue. Da lì a poco ha perso i sensi». I ragazzi chiamano l’ambulanza, che soccorre Junior e lo trasporta all’ospedale Sant’Anna, dove morirà un’ora dopo, verso le 23.30. Ma questa ricostruzione, sembra non coincidere con quella fornita da Luraschi, sia nell’immediatezza dell’arresto, avvenuto quella stessa sera, che davanti al gip mercoledì. «Mi veniva addosso – ha detto - mi attaccava con frasi volgari, si stava avvicinando. Io ero con il bambino, ho temuto che potesse buttarsi su di me. Allora ho estratto dalla tasca il coltello e gliel’ho mostrato. Volevo intimorirlo, fermarlo. Ho fatto un passo verso di lui per allontanarmi dal bambino». Poi, quando inizia la colluttazione, prosegue nel suo racconto: «Siamo caduti e lui mi stringeva con le braccia. Non riuscivo a liberarmi, così ho pensato di colpirlo a una spalla, per fargli mollare la presa. Dal dolore lui si è alzato e si è allontanato».