Nuovi veleni in Fratelli d’Italia "Ora basta"

Più che Fratelli d’Italia sembra “Fratelli coltelli“ a Como dove diversi esponenti di spicco del partito di Meloni sono ai ferri corti con il coordinatore provinciale Stefano Molinari (foto), a causa di una serie di provvedimenti presi all’indomani delle regionali. Nonostante la buona perfomance complessiva del partito a scatenare la bagarre sono state alcune scelte, non condivise, sui nomi da candidare per un seggio in regione, con il risultato che nel segreto dell’urna tutti i nodi sono venuti al pettine attraverso il meccanismo delle preferenze. Così tra le vittime del "fuoco amico" è finito lo stesso Molinari candidato per un posto al Pirellone, ma finito alle spalle di Anna Dotti. La "vendetta" si è consumata dopo il voto con la rimozione di Sergio Zauli, sindaco di Rovellasca e coordinatore per Fdi degli Enti locali, ma Molinari ha dovuto incassare anche la decisione di Giordano Molteni, candidato sindaco a Como le scorse elezioni col Centrodestra, di abbandonare lo schieramento per iscriversi al gruppo misto. Ora contro il coordinatore si sono schierati anche i due consiglieri comunali comaschi di Fratelli d’Italia, Lorenzo Luppi e Tony Tufano, che chiedono di smetterla con le scelte dettate da "rancori personali".

"Il coinvolgimento degli eletti nei Consigli comunali, con particolare riferimento a coloro che hanno dimostrato di ottenere ampio consenso tra i concittadini, ci sembra la via maestra per far crescere il radicamento di Fdi sul territorio - spiegano -. Un coordinatore provinciale che vuole agire nell’interesse del Partito, senza farsi annebbiare da rancori personali, dovrebbe fare questo, e non allontanare il sindaco del Comune più popoloso della provincia nel quale FdI esprime il primo cittadino". Ro.Ca.