PAOLA PIOPPI
Cronaca

Morto di infarto, il defibrillatore non funzionava: poteva salvarsi? La Procura apre un’inchiesta

Indagine sul dramma di San Fermo della Battaglia, quando un uomo si è reso conto di stare male ma si è potuto prestargli soccorso solamente col massaggio cardiaco

Soccorsi vani per l'uomo colpito da infarto

Soccorsi vani per l'uomo colpito da infarto

San Fermo della Battaglia (Como), 2 maggio 2025 – La Procura di Como ha aperto un fascicolo per fare chiarezza sulla morte dell’uomo di 65 anni, deceduto la mattina del 29 aprile scorso per un arresto cardiaco: a spingere il sostituto procuratore di Como Antonia Pavan a disporre accertamenti, è stato il mancato funzionamento del defibrillatore utilizzato per prestargli soccorso.

Infatti l’uomo, residente a Cavallasca, frazione di San Fermo della Battaglia, si era reso conto di non stare bene, e aveva chiesto aiuto al personale della farmacia, che lo aveva sottoposto a un elettrocardiogramma, il cui esito aveva confermato che c’era un infarto in corso. Mentre venivano chiamati i soccorsi, le farmaciste si sono precipitate a recuperare il defibrillatore nella piazza a poca distanza. Ma l’apparecchio non funzionava: i farmacisti hanno continuato a praticare il massaggio cardiaco in attesa dell’ambulanza, ma l’uomo è morto pochi attimi dopo.

Ora, secondo la Procura, dovrà essere chiarito se l’utilizzo del Dae avrebbe potuto salvarlo o se il malore sarebbe stato comunque fatale, e i motivi per cui non era in funzione. E’ stata quindi disposta l’autopsia, e chiesti tutti i documenti utili a ricostruire i motivi del malfunzionamento del defibrillatore che avrebbe potuto salvare la vita al sessantacinquenne.