
Milano, aeroporto di Linate disagi
Milano, 30 giugno 2025 – Blocco aeroporti nel Nord Italia. Più di 300 aerei coinvolti. Migliaia di passeggeri rimasti a terra. E rimpallo di responsabilità. “Che sia un momento di presa d’atto, per capire se ci sono inefficienze nel sistema”, riflette il professor Oliviero Baccelli, economista dei Trasporti dell’Università Bocconi e responsabile dell’area trasporti del centro di ricerca Green dell’ateneo milanese.
Professore, cosa è successo a livello tecnico?
“Tecnicamente c’è stata un’interruzione del trasporto dei dati digitali. Parliamo di un sistema che ha parametri di sicurezza elevatissimi. Di conseguenza è sufficiente una piccola incertezza, una minima anomalia, per cancellare i voli. La fascia oraria e il giorno in cui è capitato, sabato sera, hanno contribuito a mitigare i danni. Ma il numero degli aeroporti coinvolti, degli aeromobili e dei passeggeri, oltre al danno d’immagine per Enav, che è anche quotato in Borsa, lasciano intuire quanto enorme sia stato l’impatto. Certo, non è minimamente paragonabile a quanto era accaduto a Linate nel 2001 (disastro aereo con un bilancio finale di 118 vittime, ndr) per una collisione sulla pista tra un piccolo velivolo privato e un aereo di linea, ma anche episodi del genere spingono a fare il punto”.
Peraltro un guasto aveva causato disagi per 40 minuti anche lo scorso 20 ottobre. Ora, un altro problema. Cosa non funziona?
“Enav aprirà certamente un’indagine per chiarire l’accaduto. L’avaria, da quanto ne sappiamo, ha interessato sia il collegamento principale sia quello di riserva della rete che collega in modo ridondato tutti i siti Enav. Le “ridondanze“ sono sufficienti? In questo caso non solo è saltato il collegamento utilizzato normalmente ma anche quello di riserva (e quello di emergenza Enav, basato su connettività satellitare, ha garantito la gestione sicura dei voli già presenti nello spazio aereo italiano, ndr). Forse le attenzioni ai backup devono essere maggiori? Forse è da rivedere tutto il modello di gestione?”.
Lei cosa propone?
“Un’ipotesi potrebbe essere un sistema di controllo ad hoc solo per gli aeroporti del territorio milanese. Adesso è andato in tilt l’intero traffico aereo nel Nord Ovest, anche in Piemonte e Liguria. Si potrebbe “suddividere il rischio“ anziché accorpare l’intera macro-regione. Pensiamo alla mole gigantesca di traffico enorme da gestire su Milano, tra Malpensa, Orio al Serio e Linate. A partenze e atterraggi si aggiungono i voli in transito. Questi tre aeroporti richiedono un sistema di controllo ad hoc: io dico che nell’analisi dei rischi, per un sistema centralizzato che comprenda questi tre aeroporti, si può spendere di più. Pensiamo al danno di sabato: non è solo questione delle due ore, bisogna calcolare tutti i danni per il traffico interrotto e per le migliaia di passeggeri”.
Un blocco di due ore si deve comunque considerare tra i rischi possibili?
“È plausibile che possa accadere perché nessun sistema è esente da rischi. È possibile che per un paio d’ore il sistema non funzioni, e infatti è successo. Ma le ripercussioni sono state enormi. Per questo ritengo che aeroporti così preziosi come Malpensa, Linate e Orio al Serio debbano avere un sistema di controllo a sé”.