Morti nel container, la doppia tragedia di Moltrasio: sono due i fascicoli in Procura

Il primo ipotizza l’omicidio colposo, il secondo riguarda l’inosservanza delle norme di sicurezza Intanto si è presentato dai carabinieri il titolare della terza ditta assegnataria del subappalto

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Motrasio (Como), 24 settembre 2022 -  Si è presentato ieri ai carabinieri del Nucleo ispettorato del lavoro Francesco Isabella, titolare dell’omonima ditta individuale che risulta essere il terzo e ultimo assegnatario del subappalto nel cantiere di via Ranzato 3. È stato ascoltato dai militari e dagli ispettori di Ats Insubria, congelando negli atti una testimonianza che va a integrare quella dei responsabili delle due precedenti imprese – la Nur Immobilien di Lecco, che a sua volta aveva subappaltato alla Diano Costruzioni di Porlezza – e del committente, titolare della società immobiliare Intento, cui fa capo il cantiere dove si stanno realizzando le tre ville e dove lavoravano Said Salah Ibrahim Abdelaziz, 27enne con un domicilio in via Giambellino a Milano, e Said Samir Mohamed Mahmoud, 29 anni, domiciliato in via Paravia a Milano.

Ieri è stato dato incarico al medico legale di svolgere l’autopsia che dovrà confermare la morte per intossicazione da monossido e stabilire da quante ore le vittime erano senza vita quando sono stati ritrovate. Intanto proseguono gli accertamenti per mettere ordine nella complessa situazione trovata nel cantiere, dove si sta procedendo dal basso verso l’alto per capire a chi debbano essere attribuite le numerose e gravi violazioni agli obblighi di sicurezza, alcune di natura penale. Ma soprattutto per capire chi avesse assoldato i due giovani egiziani, carpentieri incaricati di fare le gettate di cemento, privi di contratto e tutele.

Lasciati a dormire nel container quando nessuno poteva garantire loro un passaggio per Milano. Qui, nella zona di San Siro, Said e Samir avevano parenti, fratelli e cugini, amici e tante persone che formavano una comunità molto unita, composta soprattutto da persone che arrivavano dalla stessa zona dell’Egitto, legate da storie familiari radicate. Sono accorsi subito al cantiere, hanno nominato un avvocato per seguire il destino dei due giovani operai nella complessità delle leggi italiane.

Al momento sono due i fascicoli aperti in Procura. Il primo per omicidio colposo, per capire se le due morti abbiano qualche responsabilità di terze persone. Il secondo legato al sequestro preventivo del cantiere e alle violazioni delle norme di sicurezza. Sul cartello non compare il responsabile dei lavori, mai nominato, condizione che riporta questo ruolo al committente. Ma all’appello manca anche la comunicazione alla pubblica amministrazione della presenza della ditta Isabella nel cantiere.