Migranti, stop ai rimpatri: tensione con la Svizzera. A farne le spese sono i frontalieri

Polemiche dopo la sospensione degli accordi di Dublino da parte del Governo. Il rischio è che si attui il blocco dei ristorni

I rimpatri alla dogana

I rimpatri alla dogana

Como – Prosegue la tensione al confine dopo la decisione unilaterale del Governo di sospendere gli accordi di Dublino e di conseguenza i rimpatri automatici dei migranti che, una volta arrivati in Italia, senza attendere le procedure di identificazione e l’esito della loro richiesta di asilo, hanno varcato il confine. In base agli accordi internazionali l’onore delle procedure spetta al primo Paese europeo in cui avviene l’ingresso, ma l’Italia, proprio per i continui arrivi dei barconi da Tunisia e Libia attraverso il Canale di Sicilia, ha deciso di sospendere il trattato.

Il risultato è che la Svizzera non può più effettuare i respingimenti verso il nostro Paese e ha allertato i suoi Cantoni chiedendo di sospendere le procedure almeno fino al 2 maggio. "I trattati vanno rispettati – interviene il consigliere regionale del Pd, Angelo Orsenigo – sull’accordo di Dublino il Governo Meloni torni subito sui propri passi ed eviti tensioni inutili con la Svizzera. Si apra un dialogo urgente con Berna". Il timore è che a pagare il prezzo delle tensioni al confine, dove per altro sono aumentati i controlli proprio per scongiurare nuovi arrivi, siano i frontalieri, per i quali la Lega dei Ticinesi ha già proposto il blocco dei ristorni e il loro utilizzo per mantenere i migranti che non possono essere spediti indietro.

"È evidente che la sospensione dell’accordo di Dublino da parte italiana è inaccettabile per la Svizzera e in particolare per il Canton Ticino – tuona Lorenzo Quadri della Lega dei Ticinesi –. Allo stato attuale risultano alloggiati nei centri svizzeri circa 300 migranti che non possono essere trasferiti in Italia. Una cifra destinata a salire. Riteniamo inaccettabile l’atteggiamento passivo fin qui tenuto dal Consiglio federale davanti al mancato rispetto dei propri obblighi internazionali da parte di Roma". 

Tensioni che rischiano di aggravare i rapporti, già tesi, al confine tra i due Stati. "La provincia di Como è un territorio di frontiera che ha un profondo rapporto economico, diplomatico e culturale con la Confederazione Elvetica – conclude Orsenigo –. Un legame che, grazie al lavoro del Pd e del senatore Alessandro Alfieri, ha potuto arricchirsi di grande valore, specie nell’ambito della fiscalità dei frontalieri. Non possiamo permettere che le ottime relazioni con i nostri vicini risentano di decisioni ideologiche del Governo: gli accordi vanno mantenuti".