
I controlli alla frontiera svizzera di Brogeda
Como – Un flusso in costante aumento. Fra Italia e Svizzera, nell’area del Comasco, le presenze di stranieri irregolari crescono in modo significativo. Secondo il monitoraggio svolto dall’Ufficio federale svizzero della dogana e della sicurezza dei confini, le cifre di maggio relative ai soggiorni irregolari sono lievitate, sia rispetto al mese di aprile di quest’anno, che al mese di maggio dell’anno precedente. Un effetto dovuto in particolare proprio ai passaggi dall’Italia al Ticino attaverso Como, principale punto di transito per le migrazioni da sud a nord, e Varese. A maggio sono stati registrati 1.254 transitanti stranieri privi di documenti validi, ad aprile erano stati 849.
Da inizio anno, le statistiche parlano di 14mila 821 transiti e soggiorni illegali, con un picco importante a gennaio, quando ne erano stati contati 4.606. I migranti entrati in modo irregolare in Svizzera a maggio erano principalmente afghani e marocchini, a cui si aggiunge una rosa molto variegata di nazionalità. Per quanto riguarda i casi di sospetta attività di passatori, le ultime cifre sono quasi identiche al mese di marzo e raggiungono lo stesso livello dello stesso periodo dell’anno scorso, poco più di una trentina di casi scoperti ogni mese, 150 da inizio anno.
Infine per quanto riguarda le consegne alle autorità estere, non si sono avute praticamente variazioni rispetto a marzo, ma sono state registrate molte più persone rispetto allo scorso anno. Infatti ad aprile 2022 le riammissioni si erano fermate a 229 casi, ora sono più che raddoppiate: 493 a marzo, 496 ad aprile, 502 a maggio, per un totale di 2.570 da inizio anno, uno su sei dei passaggi censiti nel 2023. Una tendenza che, seppure a piccoli passi, è in costante crescita. Le riammissioni semplificate riguardano soggetti che vengono controllati e trovati in possesso di documenti che attestano la recente e palese provenienza dall’Italia, o che vengono colti in flagranza sul confine. In questi casi, è previsto l’accompagnamento immediato in Italia. Auto e treno rimangono i mezzi più frequentemente utilizzati, con tratti a piedi in coincidenza con il confine, dove i migranti spesso vengono scaricati, e avviati verso sentieri in zone boschive.
A Como città sono invece circa una quarantina le persone costrette a dormire per strada in questi giorni, secondo le ultime stime della Cgil di Como. Quasi tutti stranieri, spesso migranti che non hanno avuto la possibilità di proseguire il loro viaggio. Un numero decisamente esiguo rispetto alle presenze di alcuni anni fa, quando anche i portici dell’ex chiesa di San Francesco erano una distesa di corpi nascosti sotto coperte di fortuna. Lo spazio accanto al Tribunale, e oggi al centro di polemiche per la proposta di installare cancelli anti clochard, nelle ultime due settimane ha ospitato un solo senza tetto, per poche ore. La rete di accoglienza, aiuto e ascolto cresciuta in città in questi ultimi anni, consente ora di ammortizzare le situazioni più difficili, garantire posti letto e punti di riferimento.