
La conferenza di servizi a Palazzo Cernezzi potrebbe essere già decisiva. Ai tifosi si contrappongono i residenti e cento architetti ed esperti.
Dipendesse dai tifosi il nuovo maxi Sinigaglia sarebbe già una realtà, almeno a giudicare dal successo della raccolta di firme dei tifosi biancoblu che in poche settimane ha superato le cinquemila adesioni, 4.315 online sulla piattaforma Change e altre 725 raccolte durante e dopo la partita contro il Torino. L’iniziativa si è chiusa venerdì sera, al termine della partita casalinga contro l’Inter. "C’è un inizio e una fine a ogni cosa - spiega Simone Moretti, promotore dell’iniziativa - spero di aver dato, assieme a tutti i tifosi lariani firmatari e sostenitori, il mio e nostro piccolo contributo al sogno del nuovo stadio Giuseppe Sinigaglia". Oltre a un più che lusinghiero decimo posto in classifica, nell’anno del ritorno in serie A, i tifosi del Como possono gioire per il via libera da parte della Commissione sicurezza alla nuova capienza del Sinigaglia, che sale a 12.039 posti e potrà veder crescere il numero di abbonamenti già a partire dalla prossime stagione già alle porte. Per il progetto di ampliamento dello stadio potrebbe essere già decisiva la conferenza di servizi in programma martedì a Palazzo Cernezzi, quando si entrerà nel merito del progetto presentato dal Calcio Como 1907. Se i tifosi sono a favore non mancano le voci contro, come quelle dei cento archistar ed esperti che nelle scorse settimane sollevarono il tema della difesa del quartiere Razionalista dal rischio di un aumento spropositato di volumi della nuova struttura sportiva ai quali è aggiunto anche un comitato civico, “Tutela della zona Stadio di Como“. "Il comitato nasce come risposta all’esigenza urgente di difendere questa porzione straordinaria di territorio urbano da trasformazioni urbanistiche invasive, non sostenibili e potenzialmente dannose per la vivibilità cittadina, il paesaggio e la fruibilità delle aree in oggetto - spiegano i portavoce Mirella Quattrone e Andrea Prayer - Il Comitato punta a favorire una visione lungimirante, in cui lo sviluppo urbanistico non sia meramente speculativo, ma generi valore condiviso e protezione del territorio per le generazioni future, a discapito di una prospettiva di un nuovo stadio multifunzionale di dimensioni e impatti sproporzionati o con funzioni commerciali e turistiche eccessive rispetto al contesto storico e naturale". Roberto Canali