
L’Università dell’Insubria sbarca al Polo Sud grazie al tecnico di laboratorio Gabriele Carugati, che lavora nella sede comasca dell’ateneo. Parteciperà in qualità di station leader alla ventesima campagna antartica invernale alla Stazione Concordia, nell’ambito del Pnra finanziato dal ministero dell’Università e della Ricerca, con la gestione di Cnr, Enea e Ogs. Guiderà un team di 13 persone (5 italiani, 7 francesi e uno svizzero) nella base situata a 3,233 metri d’altezza e a circa 1.200 chilometri dalla costa. Tutti professionisti in diversi campi: fisici, elettricisti, meccanici, chimici, astrofisici, cuochi, idraulici, informatici, elettronici e medici. Fino a febbraio 2024 saranno di supporto a una cinquantina di ricercatori impegnati in diversi progetti scientifici e poi rimarranno, soli, a custodire la base durante l’inverno antartico. Carugati avrà la responsabilità di tenere aperta la base, coordinare le attività e gestire i rapporti con il Coc, il Concordia Operational Committee. Durante l’inverno raccoglierà dati per l’Agenzia Spaziale Europea, che saranno usati per migliorare le condizioni sulla Stazione Spaziale Internazionale in orbita e per una futura base su un altro pianeta.
Como – Mentre gli altri bambini della sua età volevano diventare calciatori, Gabriele Carugati, comasco di Lomazzo, aveva un altro sogno nel cassetto: quello di partecipare ad una spedizione in Antartide. Ora all’età di 43 anni è in partenza: per il tecnico dell’Università dell’Insubria l’aereo decollerà proprio in queste ore.
Carugati, è un sogno che si avvera?
"È così, ci speravo sin dalle elementari. Da bambino ero un po’ atipico e guardavo tanti documentari. Una passione che ho coltivato e a cui hanno fatto seguito i miei studi e le attività a cui mi sono interessato. Tutte indirizzate a questo obiettivo".
Ma ha mai immaginato che potesse diventare realtà?
"Ci speravo ma non me l’aspettavo. Anche quando ho presentato il mio curriculum per candidarmi alla spedizione ero un po’ titubante su come sarebbe andata. E invece eccomi qui".
Al Polo Sud trascorrerà 13 mesi. Ha mai partecipato a missioni simili o sarà una prima volta?
"Ho svolto in passato diversi stage sul campo, ma erano esperienze molto più brevi e in luoghi meno remoti. Ho effettuato ricerche principalmente sulle Alpi e durante la tesi di laurea sull’isola di Vulcano per campionamenti legati alle polveri. All’estero ho trascorso 7 mesi all’Università di Göteborg per la specializzazione. Questa sarà tutt’altra avventura".
In preparazione alla missione ha svolto due meeting a Roma e Colonia. Come è andata?
"Bene, sono stati la parte finale della selezione per arrivare a partecipare a una spedizione come questa. Sono stati momenti tosti e impegnativi e ho trovato un’ottima organizzazione. In Germania abbiamo svolto la parte iniziale degli esperimenti che faremo sul campo in Antartide".
Concretamente quale sarà l’attività che svolgerà al Polo Sud?
"Io in particolare mi occuperò del campionamento del manto nevoso sotto diversi aspetti e vari punti di vista, e anche del campionamento delle polveri trasportate dal vento".
È stato scelto come station leader. Quali compiti avrà?
"Sarò il coordinatore, dovrò tenere le fila dell’ambiente, sia per i gruppi di ricerca che nel periodo estivo verranno sul posto per svolgere i propri progetti, che in inverno dove rimarremo solo in 13. Farò da tramite tra il gruppo e il resto del mondo, in particolare il Cnr".
Teme la lontananza da casa?
"Sto vivendo la partenza con molto entusiasmo, mentre i miei familiari sono contenti da un lato e dispiaciuti dall’altro perché starò assente per molto tempo. Resterò in contatto telefonico con mio figlio Alessandro, che ha 12 anni. Mi ha detto che è orgoglioso di me e già questo vale 13 mesi di fatiche".
Quali condizioni climatiche troverete?
"Durante il periodo estivo, cioè al nostro arrivo, le temperature si aggirano intorno ai -25 gradi, mentre nel periodo invernale, che dura 9 mesi da febbraio a novembre, si scende fino a -75. Le uniche uscite che faremo, in particolare in inverno, saranno legate alle attività prettamente lavorative. Per il resto del tempo staremo nella stazione".