PAOLA PIOPPI
Cronaca

Stretta sui furbetti del pedaggio: dalla pensionata al manager, auto sequestrata a chi non paga l’autostrada

Como, da una Bmw da 50mila euro alle utilitarie: nessuno sconto per chi dribbla il ticket Mano pesante della Procura di Como: "È una truffa". E così scattano sigilli (e arretrati)

Casello autostradale

Casello autostradale

Como – Un professionista che ogni giorno arrivava in Italia da Lugano per lavoro, alla guida di una Bmw da 50mila euro che, per tre mesi, ha fatto in modo di non pagare i 2.30 euro del pedaggio del casello autostradale di Grandate, ma anche delle successive barriere, accodandosi alle auto di chi invece quel dazio lo pagava regolarmente. In tutto 92 giorni di transiti gratis conteggiati da Società Autostrade tra luglio e settembre scorsi, per un ammontare di circa 2.000 euro. Che nei mesi scorsi, ha dovuto pagare, per riottenere la sua auto messa sotto sequestro preventivo dal Gip del Tribunale di Como.

Non è il solo caso di truffa quotidiana a carico delle società di gestione dei tratti autostradali, i cui responsabili tuttavia, grazie alle telecamere, vengono identificati, risalendo a tutti i transiti fraudolenti, contestati in blocco al momento della denuncia. Come, altro caso recente, il camionista dell’Est Europa che ha cercato di risparmiare sui costi di viaggio, anche in questo caso approfittando di quegli attimi di vuoto lasciati dai veicoli che lo precedevano prima che la sbarra si abbassasse. Ma anche le denunce riguardano anche altri automobilisti, spesso provenienti dalla Svizzera: 400 i pedaggi non pagati contestati a uno degli ultimi identificati, residente a Lugano, anche lui indagato dalla Procura di Como con l’ipotesi di truffa ai danni di un ente pubblico.

Questi, e molti altri, sono casi andati a buon fine in termini di risarcimento del danno: perché la Procura, da un po’ di mesi a questa parte, chiede e ottiene il sequestro preventivo dei rispettivi veicoli che, una volta eseguito, consente a Società Autostrade di perfezionare in tempi brevissimi il risarcimento del danno, procedendo poi con la remissione di querela. Si tratta sempre di cifre complessive variabili tra gli 800 e i 2.000 euro, che tuttavia sono decisamente inferiori al valore dei veicoli che finiscono sotto sequestro al primo controllo della polizia stradale. Così i proprietari pagano, senza nemmeno stare a questionare su chi fosse effettivamente alla guida, evitando a tutti i tempi e i costi di un procedimento giudiziario destinato a non lasciare scampo, a fronte delle riprese delle telecamere.

Diverso è il caso di chi invece non salda i transiti della Pedemontana, tratto autostradale senza barriere ma solo con postazione di rilevamento del transito, il cui costo è di 1.93 euro per percorrere dieci chilometri. È considerato il secondo tratto autostradale più caro d’Italia, e non sono rari i casi di automobilisti che decidono di non pagare: tra questi, una pensionata che dal 2016 ha accumulato circa 800 passaggi, con la deliberata scelta di non versare un centesimo. In questi casi il reato viene qualificato come insolvenza fraudolenta, perché il pagamento deve avvenire con Telepass oppure con versamento entro 15 giorni dal passaggio. Anche nel suo caso, la Procura ha proceduto con il sequestro dell’auto, garantendo a Società Pedemontana di ottenere quanto dovuto.