Como, 18 settembre 2023 – Si accodava alle auto in transito dal casello autostradale, così vicino da lasciare solo pochi centimetri tra i due paraurti. Un leggero rallentamento per essere certi che la sbarra si alzasse, e poi via, alla stessa velocità del veicolo che lo precedeva. Riuscendo così a superare la barriera senza pagare il pedaggio.
E.E., luganese di 22 anni, lo avrebbe fatto 172 volte tra il 18 aprile 2022 e il 15 febbraio scorso. Questa dimostrazione di furbizia e intraprendenza, diventata praticamente sistematica, gli ha consentito di risparmiare 1.600 euro, ma ora gli è stato notificato un avviso di conclusioni delle indagini, che lo accusa di truffa aggravata ai danni di un organismo di diritto pubblico, Autostrade per l’Italia, che gestisce il tratto della A9 di Grandate e tutti quelli in cui avrebbe oltrepassato la barriera utilizzando la sua tecnica consolidata.
Ad accorgersi dello stratagemma, non nuovo, è stato un dipendente di Autostrade in servizio al casello, che ha fatto la segnalazione e fatto partire la denuncia. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore di Como Antonia Pavan, hanno ricostruito tutti i passaggi non pagati attribuibili a Esmail non solo a Grandate, dove è stato commesso il primo episodio, ma anche in altri luoghi della rete autostradale: un lavoro certosino ma non difficile, perché ogni casello è coperto da riprese video che censiscono tutti i veicoli in transito. A volte la corsia era quella riservata al Telepass, altre volte quella di Viacard o di altro pagamento automatico, evitando ovviamente quelle presidiate dal casellante.
E.E. è solo l’ultimo, in ordine di tempo, a cui viene contestata questa condotta: per ragioni di sicurezza, la sbarra si riabbassa dopo alcuni secondi, per evitare che un qualsiasi intoppo provochi danni a un’auto non abbastanza celere nel passaggio. Ma quegli attimi sono più che sufficienti a consentire il passaggio di un’altra vettura, che in questo modo ha la possibilità di evitare di pagare il pedaggio.
Si tratta però, in questi casi, di una truffa aggravata perché commessa ai danni di un ente pubblico o equiparabile: anche se Autostrade dovesse decidere di non formalizzare denuncia o di non costituirsi parte civile, il procedimento nei confronti del ventiduenne proseguirebbe comunque. Ma ormai da anni, Società Autostrade, stanca dei tanti che vanno al risparmio del pedaggio accodandosi agli altri automobilisti, ha deciso di presentare il conto e di denunciare. A volte occorrono mesi, ma la lettera arriva: non solo gli arretrati dei pedaggi non pagati, ma anche la denuncia penale, che comporta anche una parcella per l’avvocato che assume la difesa, e la sanzione accessoria stabilita dal giudice.