ROBERTO CANALI
Cronaca

Frontalieri: la Svizzera aumenta gli stipendi. Di quanto e perché

Coinvolti tutti i settori: i maggiori incrementi nei comparti informazione e comunicazione

Il confine tra Como e la Svizzera (Cusa)

Il confine tra Como e la Svizzera (Cusa)

Como, 2 novembre 2023 – Davvero strana la vita dei frontalieri: l’Italia li vorrebbe tassare, imponendo loro un contributo dal 3% al 6% del loro reddito netto per sostenere la spesa sanitaria di confine, mentre la Svizzera gli ha riconosciuto un aumento del 2,5% sui salari effettivi.

Una promessa mantenuta in base agli accordi salariali conclusi nel corso dell’anno nei vari settori produttivi, con l’aumento di stipendio certificato dall’Ufficio federale di statistica che ha quantificato in una crescita del 2,5% per gli stipendi effettivi e dell’1,9% per il salario minimo. In particolare i salari effettivi sono aumentati dello 0,4% a titolo individuale e del 2,1% a titolo collettivo.

Le parti sociali hanno concordato per il 2023 un aumento nominale medio dei salari effettivi del 2,5% per i principali contratti, in base alle previsioni di rincaro per il 2023 del 2,2% dovuto all’inflazione.

Gli aumenti settore per settore

I salari effettivi sono aumentati del 2,5% sia nel settore secondario sia nel terziario, con una media complessiva del 2,5%. Nei settori informazione e comunicazione gli aumenti di stipendio sono stati del +2,9%, commercio e riparazione di autoveicoli e motocicli (+2,9%), attività manifatturiere (+2,8%), trasporto e magazzinaggio (+2,6%), attività finanziarie e assicurative (+2,5%), attività amministrative e servizi di supporto (+2,4%), costruzioni (+2,4%), attività professionali, scientifiche e tecniche (+2%), e sanità e assistenza sociale (+1,9%).

L’aumento medio dei salari convenzionali per il 2023 (+2,5%) è ripartito sostanzialmente a titolo collettivo (+2,1%) e per lo 0,4% a titolo individuale. Quindi l’86% della massa salariale destinata agli aumenti dei salari è stata distribuita in modo uniforme alle persone beneficiarie.

Gli adeguamenti concessi a titolo collettivo sono stati la maggioranza sia nel settore secondario (93%) che in quello terziario (80%).