Casinò di Campione d'Italia, 600 famiglie tremano

Nuovo incontro in Prefettura con la rappresentanza dei lavoratori

Lavoratori in prefettura

Lavoratori in prefettura

Campione d'Italia, 27 luglio 2018 - Sono giorni difficili a Campione d’Italia dove regna l’incertezza tra i lavoratori del Comune e della casa da gioco, legati a filo doppio dopo la mancata approvazione, da parte del commissario liquidatore Angela Pagano, del piano di risanamento del casinò che era stato approvato dal socio unico, ovvero l’amministrazione di Campione guidata dal sindaco Roberto Salmoiraghi. Ieri mattina una rappresentanza di lavoratori è stata ricevuta a Como dalla viceprefetto Giuliana Longhi che ha manifestato solidarietà ai lavoratori dell’ex-clave spiegando che la situazione è costantemente monitorata.

«Il viceprefetto ha accolto le nostro osservazioni e ci ha spiegato che è stato aperto un tavolo per monitorare costantemente la crisi che ha investito l’ex-clave – confermano Vincenzo Falanga, Alessandra Ghirotti e Nunzio Praticò, segretari della Funzione Pubblica, per Uil, Cgil e Cisl – Dell’evoluzione della vicenda è informato non solo il prefetto, Ignazio Coccia, ma anche i ministeri». L’attesa è per la decisione del Tribunale di Como che in maniera irrituale l’altro giorno ha sospeso il suo giudizio sull’istanza di fallimento. A pesare è il futuro di oltre 600 famiglie e più in generale dell’intero sistema Campione, ovvero i dipendenti della casa da gioco e del municipio, i primi in regime di solidarietà da anni e i secondi senza stipendio dal febbraio scorso. In attesa che il Tribunale prenda una decisione tace il sindaco Roberto Salmoiraghi, che un paio di giorni fa con un comunicato aveva ribadito a nome del Comune di «riservarsi di effettuare tutte le verifiche del caso in merito alle considerazioni che hanno determinato la decisione di non sottoscrivere l’accordo, decisione che non appare condivisibile, anche allo scopo di fornire, se del caso, il commissario ogni opportuno elemento e documento per chiarire ulteriormente la situazione». Intanto in paese il clima è sempre più avvelenato.

«Chiamiamo a coerenza la politica del cambiamento sia in ambito regionale che in quello nazionale, affinché si accerti chi ha determinato questo stato di degrado e si difendano i lavoratori, che in barba ai pregiudizi, hanno sempre tagliato il proprio stipendio ma sono stati sistematicamente mortificati dalla gestione e dalle scelte della politica. Anche quella nazionale – amenta la Rsa del Casinò Campione d’Italia - i lavoratori della casa da gioco hanno assistito all’ennesima beffa, che se non fosse di una gravità inaudita potremmo definirla farsa». Sei anni di tagli salariali passati da due procedure di mobilità e l’ultimo sofferto accordo elaborato mentre pendeva la richiesta di fallimento rischiano di essere resi vani. «La Corte dei Conti che nel recente passato giudicava sostenibile il piano di rientro del debito del Comune per poi sostenere che non andava bene nulla di quanto fatto», concludono.