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Como, nessuno spazio pubblico dedicato alla memoria di tre giusti che salvarono dai campi di concentramento gli ebrei

La maggioranza di centrodestra respinge la mozione dell’opposizione che chiedeva d’intitolare un luogo della città in onore di Giuseppina Panzica, Gavino Tolis e Paolo Boetti. Per il sindaco Rapinese “una sceneggiata"

Da sinistra, Giuseppina Panzica, Gavino Tolis e e Paolo Boetti

Da sinistra, Giuseppina Panzica, Gavino Tolis e e Paolo Boetti

Como, 30 aprile 2025 – Il Consiglio comunale di Como ha respinto una mozione con cui i gruppi consigliari di minoranza del Pd e della lista civica "Svolta civica" chiedevano di intitolare uno spazio pubblico della città alla memoria dei 'Giusti di Ponte Chiasso', Giuseppina Panzica, Gavino Tolis e Paolo Boetti, cui si deve il salvataggio, durante la Seconda guerra mondiale, di decine di ebrei e di perseguitati politici aiutati a varcare il confine con la Svizzera. La mozione era stata già presentata in una precedente seduta del Consiglio, salvo poi essere ritirata quando le minoranze avevano lasciato l'aula in polemica con il linguaggio del sindaco Alessandro Rapinese, eletto con i voti di una lista civica, ritenuto "infamante e umiliante”.  

ll sindaco di Como Rapinese in  Consiglio comunale
ll sindaco di Como Rapinese in Consiglio comunale

La replica di Rapinese

"La mozione è stata ritirata e poi ripresentata in funzione di una sceneggiata – ha spiegato il sindaco motivando il “no” della maggioranza –. È l'ennesima dimostrazione di una politica fatta di giochi che grida all'assenza di democrazia solo perché non accetta che io abbia vinto le elezioni". Rapinese ha spiegato che "questa amministrazione è retta da persone serie ed affidabili. Con la Guardia di Finanza sono già in corso interlocuzioni ufficiali per commemorare degnamente queste figure".  

Chi erano 

Giuseppina Panzica era una madre di famiglia di origine siciliana, moglie di un finanziere al quale aveva dato quattro figli; dopo l'armistizio dell'8 settembre collaborò con il finanziere Gavino Tolis e con il maresciallo Paolo Boetti nel salvataggio di centinaia di persone. Al pari di Tolis e Boetti, Giuseppina fu arrestata dal controspionaggio tedesco e deportata. Il finanziere Tolis morì nel campo di Mauthausen, lei e Boetti tornarono in Italia a guerra conclusa. Nell'ottantesimo della Liberazione, aveva detto in aula il consigliere di minoranza Vittorio Nessi, ex magistrato nonché procuratore aggiunto a Torino, "ricordarli è un dovere morale, non politico". La maggioranza ha invece votato contro e la mozione è stata respinta con 17 voti contrari e 9 favorevoli.