
Per la Giunta i comaschi non potranno giudicare se l'opera di Libeskind sta bene sulla diga o va spo
Como, 6 agosto 2015 - Vietato interpellare i comaschi su Libeskind e la sua installazione, almeno secondo la Giunta che ieri ha fatto proprio un parere della segreteria generale, decidendo di bocciare per illegittimità e rischi di responsabilità contabile la proposta referendaria promossa da Alessandro Rapinese. A pesare sulla decisione il fatto che i lavori sono stati aggiudicati e che è stato contrattualizzato l’impegno tra le parti per la sponsorizzazione, oltre alla posa del monumento stesso. Il consiglio comunale, inoltre, con l’approvazione della variazione di bilancio nel novembre 2014, ha approvato l’inserimento dell’intervento di posa del monumento negli strumenti di programmazione.
Da qui l’illegittimità della consultazione che, secondo i legali di Palazzo Cernezzi, rischierebbe di avere pesanti ripercussioni sul bilancio visto che tra spese per le schede e scrutatori far votare i comaschi vorrebbe dire spendere non meno di 180mila euro. Una decisione nell’aria da tempo, ma che ha ugualmente reso furioso il capogruppo di «Adesso Como», Alessandro Rapinese, capace lo scorso inverno di raccogliere oltre 4mila firme nel giro di quaranta giorni. «Si tratta di una decisione unicamente politica, dietro la quale si cela la volontà del sindaco Lucini e dell’assessore Spallino - spiega - Non hanno umiliato me, ma 4.477 cittadini. Per quel che mi riguarda non metterò più piede in quel posto finché ci sarà questo monumento e inviterò tutte le persone che conosco a fare altrettanto, boicottando l’opera. Sono sicuro che tanti a Como la pensano come me e li invito a ricordarselo tra due anni, quando in città si voterà. Vorrà dire che libereremo la città da Lucini e la diga da Libeskind».