Il dramma del clochard ucciso nel rogo. Solo anche da morto: senza nome né parenti

Como, Christian Albert Gervais (identità presunta) era rimasto intrappolato tra le fiamme dell’incendio nei pressi di piazza Duomo

I soccorsi dopo l’incendio al primo piano di un cortile interno di piazza Duomo

I soccorsi dopo l’incendio al primo piano di un cortile interno di piazza Duomo

Como, 24 aprile 2024 –  La morte di Christian Albert Gervais è stata un evento accidentale. Nessun colpevole, nessun profilo di reato in quanto accaduto la mattina del 26 settembre scorso, quando il clochard di 78 anni era rimasto intrappolato tra le fiamme dell’incendio scoppiato nel rifugio che si era ricavato in un cortile interno di piazza Duomo.

Quel fascicolo di indagine contro ignoti, aperto dal sostituto procuratore di Como Antonia Pavan, è stato ora archiviato, escludendo definitivamente che quella tragedia fosse da ricondurre a un errore umano o all’imprudenza di terze persone. Di quell’uomo, in attesa di essere seppellito a cura del Comune di Como, non è nemmeno stato possibile arrivare a stabilire un’identità certa, al di là delle credibilissime supposizioni che avevano portato ad attribuirgli un’identità, quella appunto di Christian Albert Gervais, cittadino senza fissa dimora di origine francese.

La Procura, in questi mesi, ha infatti portato avanti tutti i possibili tentativi per dargli una identità certa, e per rintracciare i suoi parenti, per poter fare una comparazione di dna che abbinasse il suo nome a un esito scientifico. La possibilità che avesse una figlia in Francia, e i tentativi di rintracciarla della Squadra Mobile di Como, non hanno portato a nulla. Anche la presenza di interventi chirurgici, per i quali sono state fatte richieste di verifica negli ospedali, non hanno dato alcun esito.

L’uomo da anni viveva in centro città senza una dimora fissa. Era conosciuto da tanti, e la sua identificazione era stata fatta in base a quanto dichiarato dai conoscenti e agli accertamenti svolti due giorni prima della sua morte dalla Squadra Volante, intervenuta nello stesso luogo in cui si era innescato il rogo che lo aveva soffocato. Quella mattina, quando è scoppiato l’incendio, al primo piano di un cortile interno di piazza Duomo, forse innescato da un fuoco acceso per scaldarsi, o una candela per farsi luce, Gervais aveva cercato di raggiungere l’esterno, forse risvegliandosi quando la trappola di fuoco, fumo e calore, era già estesa a tutto lo spazio che aveva occupato. Si era avviato verso l’uscita, ma le sue condizioni erano già molto compromesse, e non ce l’aveva fatta: i vigili del fuoco lo avevano trovato disteso sull’ultima scala.