Clochard morto nell’incendio. Ucciso dai fumi mentre fuggiva

Clochard morto nell’incendio. Ucciso dai fumi mentre fuggiva

Clochard morto nell’incendio. Ucciso dai fumi mentre fuggiva

COMO

Una protesi a un ginocchio e un precedente penale che in Francia lo aveva condotto in carcere, anni fa. L’identificazione certa di Cristian Albert Gervais (nella foto), il clochard di 78 anni morto martedì mattina nell’incendio scoppiato in un cortile interno di piazza Duomo, passa attraverso questi unici elementi. Nel frattempo il medico legale Giovanni Scola, che ha svolto l’autopsia su richiesta del sostituto procuratore Antonia Pavan, ha stabilito che al momento dello scoppio dell’incendio l’uomo era ancora vivo, e che ha fatto in tempo a respirare la fuliggine che si è sprigionata nell’edificio, e che con ogni probabilità è morto a causa delle inalazioni di fumo e monossido. Ora saranno fatto ulteriori esami, ma Gervais si è accasciato a terra probabilmente già privo di sensi, prima che le fiamme invadessero anche quegli ultimi gradini della scala che lo stava portando verso l’uscita. Per quanto riguarda l’identificazione formale, se da un lato la sua identità è pressoché certa, dall’altro le conferme scientifiche sono in grossa difficoltà, non essendoci alcun elemento con cui fare comparazioni del dna, la prova che abitualmente conferma l’identità in casi critici. Ma Gervais in Italia non aveva parenti, non aveva una casa in cui prelevare oggetti di uso comune su cui avrebbe potuto lasciare una sua traccia. Ammesso che avesse dei documenti, non sono stati comunque trovati dopo l’incendio, così come altri oggetti o effetti personali riconducibili con certezza a lui. Ora, la Squadra Mobile del capoluogo lariano cercherà di verificare eventuali ricoveri ospedalieri in Italia per l’intervento di protesi, oltre a contattare le autorità francesi per verificare se in occasione di quel passaggio in carcere era stato fatto un prelievo di dna, come avviene in Italia. Se queste verifiche non dovessero andare a buon fine, a conferma del suo nome e cognome rimarranno solo i riscontri raccolti finora: soprattutto, gli accertamenti della Squadra Volante fatti su di lui nei giorni prima, quando già si era rifugiato a dormire nel luogo andato a fuoco, oltre alla sua presenza quotidiana in piazza Duomo. Fino a lunedì, ultima volta in cui è stato visto. Paola Pioppi