
Lavoratori cinesi impegnati in un'azienda tessile
Cabiate, 10 marzo 2025 – Nel laboratorio tessile che produce per i brand del lusso italiano quattro lavoratori su dieci erano in nero, privi di contratto e tutela assicurativa. Ma non è la sola violazione emersa durante il controllo dei carabinieri della Tenenza di Mariano Comense, intervenuti con i colleghi del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Como e alla Polizia locale in un capannone di via Martin Luter King 4.
Sede di un’attività manifatturiera del settore moda che fa capo a una 57enne cinese residente a Missaglia. L’attività di controllo delle condizioni lavorative è proseguita per l’intera giornata: le prime verifiche sono state fatte sui lavoratori, ed è subito emerso che quasi la metà non era in regola.
Questo ha fatto scattare la sospensione dell’attività, che potrà riprendere solo quando le quattro posizioni saranno regolarizzate con un contratto di assunzione, comunicato all’Ispettorato del Lavoro che dovrà verificarne l’idoneità. Inoltre sono state contestate altre violazioni di natura penale, per cui è stata denunciata la rappresentante legale: la mancanza del documento di valutazione rischi, l’assenza di formazione obbligatoria dei lavoratori e di misure di prevenzione incendi.
Alle violazioni in materia di sicurezza si è aggiunta la presenza di lavoratori in nero in proporzione superiore al 10 per cento, il massimo della tolleranza per non incorrere nella sospensione dell’attività: in tutto sono state elevate ammende e sanzioni amministrative per 32mila euro.
I carabinieri stanno portando avanti verifiche anche sulla gestione della catena degli appalti. Due lavoratori quarantenni, un uomo e una donna entrambi cinesi, sono stati inoltre denunciati a piede libero per violazione della legge sull’immigrazione in quanto senza fissa dimora in Italia e domiciliati allo stesso indirizzo dell’attività produttiva.