PAOLA PIOPPI
Cronaca

Aveva assaltato la sala slot: baby rapinatore di 16 anni fermato in un hotel sul lago Garda

Il ragazzino era ricercato dal dicembre scorso, i suoi tre complici presi nei mesi scorsi. Indagato per porto abusivo d’armi in passato era stato già condannato per altri due colpi

Carabinieri davanti a una sala slot (foto di repertorio)

Carabinieri davanti a una sala slot (foto di repertorio)

Mozzate (Como) – L’ultimo della banda a finire in carcere, martedì pomeriggio, è stato un sedicenne, rintracciato in un albergo di Desenzano del Garda, in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare che lo accusa di aver commesso, assieme a quattro giovani complici, il 19 dicembre scorso verso le 22.30, la rapina sala slot Goldbet di Mozzate, in via Varese, bottino 4.000 euro.

Nonostante la giovanissima età, oltre all’accusa di concorso in rapina aggravata e porto abusivo di armi od oggetti atti ad offendere, rimediata in quest’ultima circostanza, dovrà scontare un altro anno e mezzo di pena per altre due rapine commesse nel 2022, una a Mozzate e l’altra in Provincia di Varese.

Il primo a essere arrestato, il 22 marzo, era stato un diciassettenne, seguito il 28 marzo dai due maggiorenni del gruppo, Daniele Mazzucchelli, 19 anni di Lomazzo, e Antonio Chierchia, 20 anni di Carbonate, domiciliato a Lentate, finiti prima in carcere e poi ai domiciliari. Il 14 maggio i carabinieri avevano rintracciato e arrestato un sedicenne di Limido Comasco, di origine marocchina come tutti gli altri minorenni, per arrivare ora a rintracciare l’unico mancante, ritenuto l’esecutore materiale della rapina. Alcuni di loro avevano finto di essere clienti, uno rimasto all’interno a giocare alle slot, il resto della banda fuori ad aspettare il segnale per entrare. Che era arrivato, quanto il titolare della sala scommesse si era allontanato dalla zona protetta della cassa. Era stato quindi aggredito e minacciato da due ragazzi della banda armati di pistola, quasi certamente un modello giocattolo modificato. I carabinieri sono partiti dalla targa dell’auto su cui erano fuggiti, ripresa da una telecamera, per poi ricostruire le frequentazioni e comparare i volti.