Como, area ex Ticosa: il Comune svela le carte

Presentato il progetto per trasformare l'area in un quartiere con uffici, parcheggi e negozi. Servono 50 milioni di euro

L'area dell'ex Ticosa

L'area dell'ex Ticosa

Como, 11 febbraio 2020 -  Ieri pomeriggio Palazzo Cernezzi ha svelato le carte di come vorrebbe trasformare l’area ex Ticosa e a sorpresa il piano sembra reggere. A livello estetico non c’erano dubbi qualsiasi cosa è meglio dello scempio attuale e il nuovo centro direzionale con le sue torri, l’auditorium della Santarella, gli svincoli e le strade che spariscono alla vista e le passerelle sospese per i pedoni non sono niente male.

La vera incognita era legata ai costi, ma anche quelli sembrano uno scoglio superabile secondo i conti che hanno fatto a Palazzo Cernezzi. Al netto del valore dell’area per rimettere a nuovo la Ticosa e trasformarla in un hub in grado di assorbire gli uffici oggi ospitati a Palazzo Cernezzi, un autosilo con mille posti auto e una quota da destinare a negozi e uffici si dovrebbe investire qualcosa come 48 milioni e mezzo di euro, 11 dei quali legati alle spese di bonifica già finanziati dal Comune e il resto per le nuove costruzioni. Se vi sembrano tanti considerate che alla voce ricavi Palazzo Cernezzi hanno scritto 106 milioni di euro derivati dagli introiti per gli affitti, i canoni per la gestione dell’autosilo e il risparmio che si avrebbe realizzando il nuovo polo direzionale anziché mettere mano alla sistemazione di Palazzo Cernezzi, in parte da abbattere e in parte da trasformare in sede di rappresentanza.

L’assessore all’Urbanistica Marco Butti ci crede, tanto da presentare il masterplan al Mipim di Cannes in programma il prossimo marzo, il salone immobiliare più importante del mondo dove a comprare ci sono gli emiri e i fondi di investimento internazionali. Como che è stato selezionato da Regione Lombardia proprio per l’ex Ticosa si presenterà con il masterplan che è molto meno di un progetto, ma molto di più di un libro dei sogni. A non sapere che questa è la città delle eterne incompiute ci sarebbe da crederci e gettare il cuore oltre l’ostacolo, al netto delle prese di distanza delle opposizioni che anche ieri in commissione hanno sparato a zero sul masterplan che «vuole costruire ciò di cui questa città non ha bisogno» ovvero uffici e negozi come ha ricordato Alessandro Rapinese, invece di fare «parcheggi e un po’ di viabilità». Certo che trasformare un’area di 42mila metri quadri alle porte del centro storico «in un enorme parcheggio è un po’ riduttivo per una città che ha il diritto di credere nel proprio futuro» hanno avuto buon gioco a ribadire i consiglieri di maggioranza. Così per adesso si va avanti, a Cannes alla caccia di qualche emiro disposto a investirci un po’ di milioni e nei corridoi della politica che da quarant’anni sogna di voltare pagine in Ticosa. Finora nessuno c’è riuscito, ma mai dire mai.