Gabriele Moroni
Cronaca

Strage di piazza della Loggia, processo a Marco Toffaloni: chi è l’ex Ordine Nuovo

All'inizio di aprile il giudice dei minori di Brescia, Angelica Nolli, ha rinviato a giudizio il veronese Toffaloni con l'accusa di strage. Il processo deve ripartire dall’udienza preliminare

La strage di piazza della Loggia; nel tondo, il giovane riconosciuto come Marco Toffaloni

La strage di piazza della Loggia; nel tondo, il giovane riconosciuto come Marco Toffaloni

Brescia, 7 settembre 2023 – Oggi Marco Toffaloni ha 65 anni, è residente in Svizzera e ha ottenuto la cittadinanza della Confederazione con il nuovo nome di Franco Maria Muller. 

Il processo a suo carico – è accusato di essere uno degli esecutori materiali della strage di piazza della Loggia – è cominciato questa mattina, giovedì 7 ottobre, ma deve ripartire dall'udienza preliminare.  Lo ha deciso il Tribunale dei Minori di Brescia accogliendo un'eccezione della difesa dell'uomo, all'epoca minorenne. Agli atti non risultava un'elezione di domicilio valida, circostanza che ha portato alla nullità di tutte le notifiche. Si ricomincia dunque dal gup e da una nuova decisione sul rinvio a giudizio.

Approfondisci:

Piazza della Loggia, processo a Marco Toffaloni: mancava il domicilio, tutto da rifare

Piazza della Loggia, processo a Marco Toffaloni: mancava il domicilio, tutto da rifare

Il rinvio a giudizio

All'inizio di aprile il giudice dei minori di Brescia, Angelica Nolli, ha rinviato a giudizio il veronese Toffaloni con l'accusa di strage. Il capo d'imputazione è dettagliato: "In concorso con altre persone tra le quali Carlo Maria Maggi (condannato all'ergastolo e deceduto) e Maurizio Tramonte, in carcere condannato all'ergastolo in via definitiva, allo scopo di attentare alla sicurezza dello Stato appartenendo all'organizzazione eversiva Ordine Nuovo, che aveva promosso l'attentato nell'ambito della pianificazione di una serie di azioni terroristiche, nel corso di una manifestazione in Piazza della Loggia indetta dal Comitato permanente antifascista e dalle segreterie provinciali della Cgil, Cisl e Uil, agendo quale autore materiale, concorrendo nel collocamento dell'ordigno esplosivo destinato all'attentato in un cestino portarifiuti, cagionava la strage".

Uno scatto d'epoca: piazza della Loggia dopo l'esplosione
Uno scatto d'epoca: piazza della Loggia dopo l'esplosione

Le frasi in dialetto veneto

Le ultime indagini dei pm di Brescia, l'aggiunto Silvio Bonfigli e il sostituto procuratore Caty Bressanelli, si erano avviate da alcune frasi in dialetto veneto, pronunciate da Toffaloni. All'epoca era studente del terzo anno al liceo scientifico "Girolamo Fracastoro" di Verona (i registri di segreteria lo segnano in classe, ma sarebbero stati riscontrati errori nelle annotazioni), conosciuto con il soprannome di "Tomaten" (pomodoro) per la facilità con cui tendeva ad arrossire quando di sentiva in imbarazzo. "Anche a Brescia gh'ero mi", avrebbe detto il giovanissimo Toffaloni a un amico, Giampaolo Stinamiglio, ex ordinovista ed ex consulente farmaceutico padovano trapiantato a Verona. Il colloquio era stato riportato da Stinamiglio ai magistrati 2011. Alla richiesta di Stinamiglio di spiegarsi meglio, Toffaloni avrebbe risposto "Son sta mi".

Nel tondo, Marco Toffaloni
Nel tondo, Marco Toffaloni

La fotografia

E' stata acquisita una fotografia, scattata poco dopo la deflagrazione in piazza della Loggia. Una consulenza antropometrica (la verifica dell'identità attraverso l'analisi di immagini e filmati), disposta dalla procura bresciana, ha comparato alcuni scatti di Toffaloni con l'immagine di un ragazzino biondo che fa capolino fra i volti sgomenti nella piazza: la figura ritratta sarebbe proprio il giovane militante di Ordine Nuovo, definito da un supertestimone come "tremendo" e molto "determinato": aveva una pistola con cui si esercitava al poligono, nutriva una sorta di venerazione per il generale golpista Amos Spiazzi, si muoveva tra i guerriglieri di Cristo Re, fondati dal coimputato Roberto Zorzi, e l'ambiente di Marcello Soffiati, il trafficante d'armi e agente Cia che si ritiene abbia trasportato l'ordigno da Venezia a Brescia.

L’Ordine Nuovo

Non solo. "Tomaten" sarebbe stato assiduo di Silvio Ferrari, il giovane neofascista bresciano saltato in aria "per sbaglio" la notte del 19 maggio del '74 mentre, alla guida di una Vespa, andava a piazzare una bomba davanti alla sede bresciana della Cisl. Secondo l'accusa, la sera della sua morte, Toffaloni e Zorzi sarebbero stati presenti in una pizzeria di Brescia e avrebbero manifestato l'intenzione di vendicare il camerata ("Quello che non ha fatto lui dobbiamo farlo noi"). "Da quattordici anni non ho più contatti con gente vicina a Ordine Nuovo", disse Toffaloni nel 1989 al giudice istruttore di Bologna che lo ascoltava per le indagini sulle Ronde Pirogene. Quindici anni prima aveva invece negato ogni contatto con il movimento.