
Malonno, il giacimento chiuso dal 1953 è stato completamente recuperato
In Valle Camonica ritorneranno a vivere le pareti e i cunicoli di una delle miniere più importanti del territorio: la Ferromin di Malonno, chiusa negli anni 50. La miniera, difatti, sarà riaperta e "restituita alla fruzione del territorio" oggi alle 15 dopo un lavoro durato anni e mirato a farla conoscere sia dal punto di vista storico che turistico, sia grazie agli sforzi del Comune sia grazie alla Regione Lombardia. I membri di una cooperativa che fa capo al Comune, di cui fanno parte anche alcuni membri del Gruppo Speleologico Camuno saranno coloro che per i prossimi quattro anni gestiranno ingressi e visite, il tutto nella massima sicurezza. Tra le pareti di roccia scura, lungo cunicoli che odorano ancora di ferro e fatica, il tempo sembra essersi fermato.
Nella Ferromin malonnese hanno lavorato generazioni di minatori: i "minor" nel dialetto carico di rispetto della gente delle valli. Sono loro che hanno lottato contro la montagna per estrarre la siderite, un minerale ricco di ferro fondamentale per le acciaierie lombarde. La Ferromin non era una semplice miniera che si snoda nella terra passando anche per l’acquedotto: per decenni è stata il cuore pulsante dell’economia locale, un simbolo di duro lavoro e identità, ma anche di sacrifici spesso invisibili. La fatica, per chi ci operava, era inenarrabile, fatta di turni infiniti al lume di una lampada, di picconi che scandivano il ritmo delle giornate, di mani rovinate e di polvere. Tanta polvere. Era quella, sottile e letale, il nemico più subdolo. Penetrava nei polmoni, silenziosa e inesorabile, portando con sé il rischio della silicosi, la terribile malattia professionale che ha segnato – e spesso stroncato – molte di quelle esistenze.
Per tanti anni quei cunicoli un tempo brulicanti di attività e vita sono rimasti silenziosi salvo qualche visita fatta solo da esperti, qualche messa svolta in area sicura per tutti e qualche festa all’esterno, fatta per promuovere Malonno e le sue meraviglie, non ultimo il piatto tradizionale che l’hanno resa famosa nel mondo, ovvero le migole, fatte con la farina di castagne. Alla miniera si accederà dalla "discenderia", che è segnalata dall’esterno. Tutta l’area esterna è stata completamente recuperata, di modo da consentire soste per gruppi e picnic.