
Suor Anna Donelli, 57enne, storica volontaria nelle carceri di Milano e Brescia
Brescia, 5 giugno 2025 – Il Riesame lo scorso 30 dicembre l’aveva rimessa in libertà, sconfessando la teoria accusatoria secondo cui suor Anna - finita ai domiciliari il 5 dicembre 2024 con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa - sarebbe l’“amica“ dei boss della cosca ‘ndranghetista dei Tripodi di Brescia.
La procura però aveva impugnato la decisione e ha ottenuto ragione dalla Cassazione, che ha confermato la sussistenza dei presunti gravi indizi di colpevolezza disponendo un Riesame bis perché rivaluti la vicenda.
Suor Anna è suor Anna Donelli, la 57enne religiosa storica volontaria nelle carceri di Milano e Brescia San Vittore e Canton Mombello. Al centro di una doppia inchiesta della DDA, è finita sotto la lente dei pm Francesco Carlo Milanesi e Teodoro Catananti, che su di lei si sono fatti un’idea precisa, condivisa dal gip Andrea Guerrerio che aveva emesso la misura cautelare: avrebbe dato una mano "concreta” e “continuativa” a Stefano Terzo Tripodi e al figlio Francesco, capi di una potente “locale“ radicata nel Bresciano, contigua alla cosca Alvaro di Sant’ Eufemia D’Aspromonte.
Una cosca capace di attrarre imprenditori, politici e in base ai riscontri investigativi, appunto, una religiosa. "Lei è una dei nostri” diceva Tripodi senior, intercettato. Per gli inquirenti suor Anna è stata ambasciatrice di “ordini, direttive, aiuti morali e materiali ai sodali o contigui” finiti dietro le sbarre, aveva scritto il giudice che aveva firmato oltre 30 misure cautelari.
Aiutava a pianificare strategie criminali di reazione alle attività delle forze dell’ordine. Dava una mano ai reclusi per farli comunicare con i parenti pur in caso di divieto, risolveva dissidi tra fazioni in carcere per conto del boss. Andava a trovare i Tripodi nell’officina di Flero, e in sua presenza Tripodi senior parlava liberamente, dicendosi orgoglioso dei progressi di un suo dipendente che stava imparando a sparare. Accuse però che la religiosa aveva rispedito al mittente durante due ore di interrogatorio di garanzia.
E poi davanti al Riesame, tramite il suo legale. "Suor Anna è innocente, nelle intercettazioni sono gli altri che hanno parlato, non lei - l’ha difesa l’avvocato Ranieli - Quando Tripodi dice ‘la suora è dei nostri’, millanta. Suor Anna non era consapevole del ruolo criminale dei Tripodi, si è sempre limitata a svolgere il suo ruolo evangelico”. La storia però è ancora da scrivere.