Brescia, 28 maggio 2024 - Otto rintocchi delle campane alle 10.12, tanti quanti il numero delle vittime, e un minuto di silenzio seguito dagli applausi hanno ricordato la strage di piazza della Loggia. Tante le bandiere dei sindacati che sventolano in piazza oggi come 50 anni fa.
- Applausi per Mattarella
- Le parole di Mattarella
- I famigliari delle vittime
- "Ciao mamma”
- Il segretario Landini
- Il papà di Ilarias Salis
- Ignazio La Russa
È stato accolto da un lunghissimo applauso in piazza della Loggia il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che per il 50esimo anniversario della strage ha deciso di venire a Brescia. Arrivato nella piazza, il capo dello Stato ha omaggiato le vittime, con una corona di fiori deposta davanti alla stele che le ricorda. ''Contro il fascismo e la violenza ora e sempre resistenza'', il grido che si è levato da parte di alcuni dei manifestanti presenti in piazza, che all'uscita di Mattarella hanno anche invocato la ''pace''. Il presidente della Repubblica dopo pochi minuti si è spostato al Teatro Grande, dove interverrà alla cerimonia commemorativa.
- L’omaggio a Brescia – "Superato lo sconvolgimento iniziale, la risposta di Brescia all'intimidazione stragista fu netta, compatta, determinata; e rappresentò un esempio per tutto il Paese, attraversato in quegli anni da grandi speranze eidealità, ma anche da ciò che vi si opponeva: spinte eversive,tensioni violente e strategie destabilizzanti, talvolta con la complicità occulta e ignobile di uomini che violavano i doveri di fedeltà alla Repubblica”.
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Terrorismo nero – “La strage di Brescia seguì numerosi gravi episodi: pestaggi, intimidazioni, attentati neofascisti. Il presidente ha ricordato “la risposta della società civile bresciana contro questa serie di inaccettabiliminacce e violenze” in piazza il 28 maggio. E ha aggiunto: “fu, allora, che il terrorismo nero decise di alzare il livello di azione criminale. L'intento degli attentatori era chiaro: punire e terrorizzare chi manifestava contro il neofascismo e in favore della democrazia”.
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Complicità e coperture – "Gli ideatori, gli esecutori, i complici di quella strage volevano riportare il tempo indietro: a una stagione oscura, segnata dall'arbitrio della violenza, dalla sopraffazione, sfociata nella guerra. Mentre, in quello stesso anno, i popoli di Portogallo e di Grecia si liberavano finalmente dell'oppressivo fardello dei regimi autoritari, in Italia vi era chi tramava e complottava per instaurarvi un nuovo regime autoritario."Contro la Repubblica, nata dalla lotta della Resistenza, che aveva indicato le sue ragioni fondanti nella democrazia, nella libertà', nel pluralismo, nella solidarietà', principi scolpiti nella Carta Costituzionale". "Provocare un clima di disordine e di paura, esasperare la popolazione, immettere nella società' la sfiducia nella solidità' del metodo e delle istituzioni democratiche, inaugurare una nuova stagione di repressione erano gli obiettivi della galassia di terrorismo neofascista che si nutriva di giovani manovrati, di militanti violenti, di ideologi raffinati e perversi e di una oscura rete di complicità', costituita da silenzi, benevolenze, omissioni, coperture".
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Sete di verità – "Ho appena incontrato i familiari di coloro cui fu tolta la vita. Alcuni bresciano che persero un figlio, un genitore, un coniuge, oggi non ci sono più. Desidero quest'oggi ricordare anche il loro dolore, la compostezza, la forza d'animo, la sete di verità che esprimevano e che permangono tra noi, nonostante gli anni trascorsi". "I familiari delle vittime, con la loro associazione, continuano l'opera di custodire e promuovere la memoria. E continuano a battersi per ottenere giustizia, con coraggio e determinazione. Li ringrazio per questo impegno, esercitato tra mille ostacoli e fatiche, che ha dato un decisivo impulso alle inchieste e alla ricerca della verità".
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“Stragi di Stato?” – “La risposta dello Stato democratico nella lotta al crimine e nel fare giustizia - vorrei dirlo soprattutto ai ragazzi presenti - può apparire talvolta lenta. Certo, è sempre auspicabile una risposta tempestiva, per quanto possibile rapida, ma, quel che va ricordato, perché fondamentale, è che essa rispetta le garanzie dello Stato di diritto: questo conferisce solidità e affidabilità”. “Nella polemica dell'epoca ci fu chi, a proposito di questa impressionante catena di attentati, parlò di stragi di Stato. È una definizione che suscita passioni, sollecita sdegno, ma che suscita e sollecita anzitutto una diversa riflessione. Perché era lo Stato democratico il bersaglio dei terroristi e lo Stato democratico non si identifica con complici, pavidi, corrotti, o addirittura infiltrati in apparati dello Stato per cercare di corroderlo dall'interno”.
''Credo che questa piazza così partecipata, piena anche oggi di figli e di nipoti di chi c'era, di chi non si è fatto sopraffare dalla rabbia e ha continuato a chiedere verità e giustizia, sia l'antidoto più potente al fascismo che oggi come allora prova a rialzare la testa e ad avvelenare l'aria che respiriamo''. Lo ha detto Silvia Peroni, figlia di Redento, uno dei feriti della strage di piazza della Loggia, dal palco allestito per il cinquantesimo anniversario. Nel discorso fatto in rappresentanza dei familiari delle 8 vittime e degli oltre cento feriti, Peroni ha parlato di ''uomini che non erano qui per caso, avevano scelto da che parte stare'', mentre un ''pericoloso vento che soffiava su questa città e su questo Paese''.
"Ciao mamma, sono due parole così semplici, quasi banali. Cinquant'anni fa, ho dovuto smettere di pronunciarle e mi sono rimaste in gola fino ad oggi". Lo ha detto Beatrice Bazoli, figlia di Giulietta Banzi, una delle otto vittime della strage. Beatrice all'epoca aveva 10 anni. "Ho passato - il suo pensiero - gli ultimi cinquant'anni consapevole di avere qualcosa di bloccato. Queste parole così semplici cariche di significato, di amore, di dolore che mi hanno impedito di respirare, di sentirmi pienamente viva, intera. E hanno bloccato anche tutto il resto di me, come se fossi cresciuto con un'ala spezzata" ha detto Beatrice Bazoli che con gli altri parenti delle vittime ha incontrato privatamente il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
"Il ricordo di chi è stato ucciso è un impegno è di affermare i valori della nostra Costituzione, ha deyyo Maurizio Landini, segretario Cgil e per Landini è stato anche il giorno di un mini contestazione da parte di un centinaio di persone di area antagonista che hanno fischiato il suo intervento applaudito però da gran parte della piazza. Landini ha aperto le commemorazioni della strage insieme agli altri leader sindacali.
''Credo che questa piazza così partecipata, piena anche oggi di figli e di nipoti di chi c'era, di chi non si è fatto sopraffare dalla rabbia e ha continuato a chiedere verità e giustizia, sia l'antidoto più potente al fascismo che oggi come allora prova a rialzare la testa e ad avvelenare l'aria che respiriamo''. Lo ha detto Silvia Peroni, figlia di Redento, uno dei feriti della strage di piazza della Loggia, dal palco allestito per il cinquantesimo anniversario. Nel discorso fatto in rappresentanza dei familiari delle 8 vittime e degli oltre cento feriti, Peroni ha parlato di ''uomini che non erano qui per caso, avevano scelto da che parte stare'', mentre un ''pericoloso vento che soffiava su questa città e su questo Paese''.
Tra i presenti anche Roberto Salis, padre di Ilaria, spiegando di essere in piazza della Loggia "in rappresentanza di mia figlia". "Sono qui perché questo é' un luogo dove abbiamo visto i danni che puo' provocare il fascismo e l'antifascismo e' qualcosa che si deve continuare a mantenere, perche' se si chiudono gli occhi puo' succedere quello che e' successo 50 anni fa o quello che sta accadendo adesso in Ungheria
"Il 28 maggio di 50 anni fa l`attentato di Piazza dellaLoggia provocò otto vittime e il ferimento di oltre cento persone. Una strage che ancora oggi rappresenta una profonda ferita della storia della nostra Repubblica. Ma il popolo italiano reagì con forza e coraggio al tentativo di destabilizzare la democrazia. In questa triste ricorrenza rivolgo il mio messaggio di vicinanza ai familiari delle vittime, a tutti coloro che persero un proprio caro e alla città diBrescia. Mantenere viva la memoria di quanto accaduto è un monito per le giovani generazioni affinché tutto ciò non si ripeta mai più". Così il presidente del Senato, Ignazio La Russa, sui social.