
La coppia è originaria del Bangladesh (foto d'archivio)
Brescia, 13 maggio 2025 - Impugna l'assoluzione dell'ex marito a suo dire maltrattante e violento ai fini delle statuizioni civili e si ritrova la sentenza di primo grado confermata, tutte le spese legali a carico e in più la trasmissione degli atti in procura perché gli inquirenti indaghino su di lei e il nuovo fidanzato, un finanziere, per falsa testimonianza.
E' l'epilogo di un processo d'appello che si è concluso in Corte a Brescia. Un caso che aveva fatto molto discutere. Imputato era un marito originario del Bangladesh accusato di maltrattamenti e di violenza sessuale nei confronti della ex moglie, una connazionale di 29 anni, madre delle sue due figlie. L'uomo, assistito dall'avvocato Gabriella Pezzotta, era stato assolto con formula piena in primo grado ('perché il fatto non sussiste').
La vicenda era balzata agli onori delle cronache in quanto il pm per primo aveva chiesto l'assoluzione dell'imputato 'difettando l'abitualità delle condotte' e in subordine ritenendo le stesse, anche qualora fossero state provate, in qualche modo 'frutto dell'impianto culturale della comunità di riferimento'. Risentita in sede di appello, la donna ha ripetuto alla Corte di aver subito violenze sessuali, schiaffi, pugni, tirate di capelli, insulti e di aver vissuto in condizioni di dipendenza economica dal compagno. La difesa aveva però evidenziato che l'imputato aveva fornito alla signora il cellulare, le aveva consentito di prendere la patente e di recarsi di sera a delle feste con le amiche.
La Corte oltre ad aver respinto il ricorso sulle statuizioni civili e aver appunto addebitato le spese legali alla 29enne ha deciso di trasmettere gli atti in procura affinché si indaghi lei e il nuovo compagno per falsa testimonianza.