Brescia, 8 luglio 2024 – Giacomo Bozzoli ripreso dalle telecamere interne di un resort di Marbella il 30 giugno scorso. È quanto ha riferito la polizia spagnola alle autorità italiane, spiegando di avere i fotogrammi di un video che immortala il 39enne.
La procura di Brescia, che attraverso rogatorie ha chiesto l'acquisizione delle immagini, aspetta di visionare il filmato. Stessa richiesta per le immagini delle telecamere a circuito chiuso dell’hotel di Cannes, che è stata la prima tappa oltrefrontiera del 39enne.
Il video di Marbella potrebbe essere la prima prova concreta dopo le parole della receptionist dello stesso resort spagnolo, l’Hard Rock Hotel, che alle forze dell'ordine ha detto di aver riconosciuto l’imprenditore bresciano latitante da una settimana, dopo essere stato condannato in via definitiva all'ergastolo per l'omicidio dello zio Mario.
L’uomo sarebbe stato registrato alla reception del lussuoso hotel il giorno prima del verdetto della Cassazione, poi il vuoto assoluto: di Bozzoli, in quell'hotel, si sarebbero come perse le tracce.
Nel frattempo, gli inquirenti stanno cercando di ricostruire gli eventuali spostamenti interni in Spagna e Francia da parte dell'uomo con la compagna Antonella Colossi, e il figlio al seguito. E non si esclude nemmeno che possa essersi imbarcato su una nave – forse verso il Marocco – dopo essersi liberato della Maserati Levante usata per lasciare l'Italia. E sulla quale la compagna, interrogata sabato 6 luglio dagli inquirenti dopo essere rientrata a Chiari, non ha saputo dire nulla.
Il mistero dei cellulari scomparsi
"Siamo stati insieme fino al primo luglio quando abbiamo scoperto su Internet della conferma dell'ergastolo. Poi Giacomo si è allontanato ma non so dove", aveva detto ai carabinieri Antonella Colossi, una volta rientrata in Italia. Che in sette giorni avrebbe “perso la memoria per lo choc dopo la sentenza". E prima ancora della memoria, il cellulare che ha dichiarato di aver smarrito a Cannes, la prima notte trascorsa oltrefrontiera. I cellulari non sono un dettaglio in questa vicenda. Scappando dall'Italia Giacomo Bozzoli ha lasciato il suo a casa, quello collegato al numero che usava personalmente, e che i carabinieri hanno trovato in un cassetto della villa di Soiano del Garda. Possibile che una persona decida di andare in vacanza con compagna e figlio senza cellulare? "Ne avrà usati altri intestati a stranieri", ipotizzano gli inquirenti. Un rapporto “strano” quello che il 39enne intrattiene coi cellulari. Quando lo zio Mario svanì nel nulla, poteva contare su una batteria di una decina di sim telefoniche. "Le schede che mi hanno sequestrato i carabinieri non sapevo neanche di averle, ma l'uso di queste schede era solo per un semplice motivo, che le utilizzavo quando magari incontravo una ragazza in un locale e volevo chiamarla; e magari per chiamare delle escort per divertirmi, non era per chiamare dei delinquenti, né brutta gente, era solo per chiamare ragazze", raccontò a processo. Aveva schede intestate a cittadini albanesi, rumeni e pakistani.
La pista dell’est
Albania, Romania, Pakistan, Montenegro. Lo scenario di una fuga verso l’Europa dell’Est – e che di conseguenza farebbe apparire il viaggio prima in Francia e poi in Spagna come un colossale e ben orchestrato tentativo di depistaggio, magari attraverso l’utilizzo di una controfigura – è tutt’altro che azzardato e viene tenuto molto in considerazione. In quei Paesi, Albania e Romania in modo particolare, il latitante vantava (per così dire) amicizie poco raccomandabili, con le quali si accompagnava anche nel Bresciano.
La casa di Chiari
La casa di Chiari è stretta d’assedio da cronisti, televisioni, fotografi, tanto che la famiglia ha chiamato i carabinieri per farli allontanare. Una cortina inviolabile protegge la tranquillità di Antonella Colossi. Nessuno risponde al citofono.