FEDERICA PACELLA
Cronaca

Dazi e incertezze. Brescia già guarda ad altri mercati

Nuove frontiere per le aziende: India, Emirati, Arabia Saudita

Maria Chiara Franceschetti vicepresidente di Confindustria Brescia

Maria Chiara Franceschetti vicepresidente di Confindustria Brescia

C’è chi si sta orientando verso altri mercati, chi abbandona del tutto gli Stati Uniti. Non si è fatta attendere la risposta delle imprese bresciane coinvolte nei dazi Usa. Si tratta del 68% delle imprese manifatturiere, secondo la survey condotta dal Centro Studi di Confindustria Brescia e OpTer (Osservatorio per il territorio: impresa, formazione, internazionalizzazione) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Il 40% è coinvolto in modo diretto, attraverso esportazioni verso il mercato statunitense, e il 28% in modo indiretto in quanto, pur non vendendo negli Usa, fornisce clienti italiani o europei che a loro volta servono gli Usa. Secondo l’indagine (condotta su circa 200 imprese manifatturiere bresciane, con un fatturato complessivo di oltre 12 miliardi di euro), il 72% delle aziende coinvolte direttamente ha attuato (o è in procinto di farlo) una o più azioni per fare fronte agli imminenti incrementi tariffari, mentre il restante 28% non si sta muovendo in tale senso. La ricerca di nuovi clienti al di fuori degli Usa emerge, piuttosto nettamente, come la più importante modalità di risposta (35%): ci si orienta soprattutto verso Unione Europea, India, Canada, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. Il 32% delle imprese sta poi agendo sull’ottimizzazione dei costi doganali; nel caso delle imprese con affiliate negli Stati Uniti tale quota raggiunge addirittura il 46%. Il 19% dichiara di voler avviare o intensificare parte del processo produttivo negli Usa. C’è anche chi anticipa le vendite e le consegne negli Usa prima dell’entrata in vigore dei dazi (17%), mentre un 3% propende per un disimpegno dagli Usa.

"Il problema oggi è l’incertezza – commenta Maria Chiara Franceschetti, vicepresidente di Confindustria Brescia con delega a Internazionalizzazione ed Ecosistema Imprese – che è la più vera e grave conseguenza dei continui annunci, rettifiche e proroghe. In tale ambito l’aspetto incoraggiante è rappresentato dalla flessibilità delle nostre aziende". Per Giovanni Marseguerra, ordinario di Economia politica nell’Università Cattolica e Direttore di OpTer, "i dazi sono ormai diventati veri e propri metodi di pressione politica in un mondo che sta ridefinendo i suoi equilibri. L’Italia e l’Europa tutta si trovano al centro di questo poderoso rimescolamento delle carte. Con alcuni nostri comparti industriali fondamentali, dalla meccanica all’agroalimentare, che rischiano di finire stritolati in una contesa che può essere compresa più con il criterio della politica che con la ragione economica".