
Al centro Anna Donelli classe 1966 cremonese volontaria tra San Vittore e Canton Mombello
Brescia – Sono accusati di aver messo in piedi a Brescia una cellula ‘ndranghetista diretta emanazione della cosca Alvaro di Sant’Eufemia dell’Aspromonte, così pervasiva da avere attratto nella propria orbita politici, imprenditori e persino una religiosa: suor Anna Donelli, classe 1966, cremonese di casa a Milano, storica volontaria tra San Vittore e Canton Mombello. La Procura ha chiuso la doppia indagine che nel dicembre 2024 era sfociata nell’esecuzione di una trentina di misure cautelari, ed è pronta a chiedere il rinvio a giudizio.
Al centro delle inchieste, condotte dai pm della Dda Francesco Carlo Milanesi e Teodoro Catananti, il presunto sodalizio costituito dal calabrese Stefano Terzo Tripodi, 62 anni, e dal figlio 40enne Francesco, titolari di uno sfasciacarrozze e di una ditta di rottami a Flero, per gli inquirenti a capo di una “locale” di ‘ndrangheta in terra bresciana dedita a violenza e minacce, usura, estorsioni, traffico di armi e droga, ricettazioni, riciclaggio di montagne di cash da fatture false, voto di scambio.
Tra gli arrestati l’ex consigliere comunale di Brescia Giovanni Acri (Fratelli d’Italia), ritenuto il medico di fiducia dei “feriti” del clan, e l’ex assessore e candidato sindaco in quota Lega nel 2021 a Castelmella Mauro Galeazzi al quale i Tripodi avrebbero garantito voti in massa in cambio di appalti pubblici.
E appunto suor Anna, accusata di concorso esterno in associazione mafiosa per essere stata - questa la tesi accusatoria - ambasciatrice di pizzini mafiosi “contenenti ordini, direttive, aiuti morali e materiali ai sodali o contigui”, si legge nelle carte, e aver ricevuto informazioni dai detenuti “utili a pianificare strategie criminali”. La religiosa da subito aveva negato le contestazioni, ottenendo ragione dal Riesame che 25 giorni dopo l’aveva rimessa in libertà. La Procura però aveva impugnato il verdetto in Cassazione. I giudici romani al contrario avevano ribadito sussistenza degli indizi di colpevolezza e disposto un Riesame bis, il quale tuttavia aveva di nuovo dato ragione a suor Anna. Ora la sua posizione, dopo un secondo passaggio in Cassazione favorevole alla Procura, è al vaglio di un terzo Riesame, ancora da celebrarsi.